Ore di permesso, richieste per accudire l’anziana zia, utilizzate per i propri interessi personali.
Questo è quanto scoperto dalle Fiamme Gialle cremasche. Una impiegata, presso il Comune di Crema, era stata segnalata dalla stessa amministrazione comunale al locale Comando della Finanza in quanto sospettata di fare un indebito uso dei permessi accordati per l’assistenza di una zia malata.
I militari hanno, pertanto, avviato un’attività di osservazione occulta riferita a 9 permessi, fruiti sempre di pomeriggio e su di un arco temporale di circa 30 giorni, constatando come la donna, pensando di agire indisturbata, si recasse in pubblici esercizi per fare acquisti (in un caso è stata vista entrare in una gioielleria!) o nella propria abitazione per le faccende domestiche, ma mai presso l’anziana parente, stabilmente residente nel lodigiano.
La legge 104 riconosce ai lavoratori tre giorni di permesso mensile retribuito, frazionabile in ore, per l’assistenza di persone con handicap in situazione di gravità a condizione che non siano ricoverate a tempo pieno presso strutture specializzate.
Una norma, nata nel 1992, con il nobile intento di aiutare i dipendenti pubblici e privati in presenza di malattie invalidanti connotate da situazioni di gravità che tuttavia, in taluni casi, ha dato luogo a forme di palese irregolarità.
L’abuso di permessi è sfociato in questo caso nell’ipotesi di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. L’Amministrazione Pubblica che, in questo caso, ha subito un danno erariale e di immagine costituito dalle ore di lavoro retribuito e non prestato dalla dipendente “scorretta”, sta già correndo ai ripari: è stato avviato infatti, da parte dell’Amministrazione comunale, nei confronti della dipendente un procedimento disciplinare, il quale può concludersi in tali casi con il licenziamento per giusta causa; non solo: sul punto, la Guardia di Finanza interesserà la Corte dei Conti, organo giudiziario competente all’avvio del procedimento per danno erariale, relativo alle somme indebitamente percepite nelle ore di permesso e al danno d’immagine che ha prodotto al Comune.
Infine, verrà segnalata la condotta al Prefetto, Autorità competente all’irrogazione della sanzione che consisterà nel pagamento di una somma di denaro da 5.164 a 25.822 euro.
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