A quasi un anno dai fatti, sarebbero stati identificati i presunti autori - cinque persone - dell'aggressione ad un trentottenne, ridotto in fin di vita a Milano.
Per loro, l’accusa di tentato omicidio in concorso dopo che il 29 marzo dello scorso anno la vittima ebbe a subire una violenta aggressione al termine della quale gli agenti delle Volanti l'avevano trovata sul ciglio della strada, priva di sensi.
L’uomo fu trasportato urgentemente in ospedale, e a causa delle gravi lesioni multiple facciali e craniche, con diffusa emorragia cerebrale, fu sottoposto a due delicati interventi chirurgici che gli salvarono la vita.
L’indagine dei poliziotti della Squadra mobile, fatta di intercettazioni telefoniche e ambientali, analisi di numerosi filmati registrati da telecamere di sicurezza della zona e acquisizione delle dichiarazioni di numerosi testimoni, ha consentito di ricostruire i fatti e le fasi salienti dell’aggressione.
Dall’attività investigativa è emerso che il tutto aveva avuto origine da una precedente lite per futili motivi avvenuta tra la vittima e un conoscente, nel corso della quale entrambi si erano minacciati con dei coltelli.
Il trentottenne si sarebbe allontanato per tornare dopo poco impugnando una pistola, poi rivelatasi una scacciacani. Ma quando arrivò sul posto non c’era più la persona con la quale aveva discusso ma solo i suoi amici. Questi lo avrebbero disarmato, provocando anche l’esplosione di un colpo, e poi aggredito con estrema violenza, lasciandolo a terra in fin di vita.
Le due parti della prima lite, cioè la vittima e il conoscente milanese, non presente alla successiva aggressione, sono stati indagati per minaccia aggravata dall’uso di armi e la vittima anche per porto abusivo di pistola scacciacani.
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