Un singolo con un videoclip (online dal 12 marzo), malinconico ed emozionante, per Luca Bonaffini - cantautore di vecchia generazione che abbiamo imparato a conoscere negli anni Ottanta grazie a Pierangelo Bertoli, per il quale firmò tante canzoni – che guarda al passato.
“Il futuro ero” apre “Il paracadute di Taccola”, sedicesimo album dell'artista mantovano, con la regia di Maurizio Ferrandini (musicista e videomaker sanremese), un progetto di rara bellezza e soprattutto autenticità.
14 brani, arrangiati e prodotti insieme a Roberto Padovan che sarebbero stati bene su vinile, girando a velocità 33, in mezzo ai grandi dischi del cantautorato italiano. C'è tanto pop, ma anche tanta canzone d’autore nelle tracce del nuovo Bonaffini che, con questo CD, segna il secondo capitolo della trilogia dedicata “al volo”.
L'album, uscito in digitale, il 26 gennaio si farà “solido” per la Festa del Papà, il 19 marzo, che è anche il compleanno di Long Digital Playing (la label di Bonaffini e soci fondata tre anni fa) e quello del complice Roberto Padovan, instancabile compagno di merende del cantautore.
“Il paracadute di Taccola” arriva due anni e mezzo dopo “Il cavaliere degli asini volanti” e, a differenza di quest'ultimo, con spunti etnici e new age, contiene canzoni più tradizionali e concepite per essere suonate dal vivo.
Bonaffini, trent’anni fa, firmò la splendida “Chiama piano” che, grazie a Pierangelo Bertoli e Fabio Concato vinse il disco d'oro e successivamente fu anche protagonista del tour “Spunta la luna dal monte”, sostituendo Andrea Parodi dei Tazenda nell’interpretazione della parte in sardo.
Tra le tracce da segnalare presenti nel CD, troviamo “La perla bianca”, “Quella dolcezza che ha cambiato il mondo” e “Quando l'amore si faceva in bianco e nero”.
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