Sibilla von Igelbaum è la protagonista molto femmina di una storia immaginaria raccontata da un maschio, sullo sfondo della Milano dei nostri giorni.

Sibilla è affascinante, libera e molto terrena. Da sempre naviga in un ecosistema socioculturale privilegiato. Ha una storia durevole con il raffinato Jean-François Tournefort, nata in ambiente universitario e sostenuta da una gioiosa attrazione erotica.

Sedotta dalla leggenda di un manoscritto perduto di epoca ellenistica, Sibilla partirà all’inseguimento della sua personalissima pietra verde, che la condurrà in Egitto sulle tracce di una setta alessandrina e poi in Israele e in una base americana del New Mexico, in un mix di fantafiction, divagazioni musicali e letterarie e snob senza ritegno.

Lei e Jean-François attraverseranno indenni le loro sette fatiche di Ercole, saranno lambiti da pericoli inenarrabili e da una moltitudine di cattivi e di player immensamente più grandi di loro, con allegra incoscienza e sconfinata faccia tosta, fino al fuoco d’artificio di un improbabile miniviaggio nel tempo.

Il linguaggio è leggero ed esagerato, con continue discontinuità linguistiche, discronie e distopie.

Roberto Angelo Jacchia nasce a Genova e vive a Milano dove, dopo una parentesi accademica, esercita la professione di avvocato. È sposato da tempo immemorabile con Maria Cristina, ha due figli e due nipoti. È un lettore vorace in più lingue ed è appassionato di musica lirica e di poesia. Sopravvissuto a decenni di scritti giuridici, ha sempre coltivato il desiderio nascosto di scrivere un romanzo di pura immaginazione.