“HQNLPD Vzrund ghood funzzrludind h gn asd prhod dbbhohqdzd” sembra una serie di lettere, messe in sequenza casuale, si tratta invece del titolo della lezione quotidiana, che si è tenuta all’Unitre, ovvero “Enigma, Storia della crittografia e di una mela avvelenata”.
Relatrice di questo complesso argomento è stata Roberta Michelini, matematica, docente incaricata in Scienze della Formazione all’Universita Cattolica di Milano.
Partendo dalla vita di Alan Turing, nato nel 1912, matematico, logico, crittografo e filosofo britannico, la Michelini ha spiegato come questo venga considerato uno dei padri dell’intelligenza artificiale e della criptoanalisi uno dei più grandi matematici del XX secolo.
“Durante la seconda guerra mondiale, Turing mise le sue capacità matematiche al servizio del Regno Unito per decifrare i codici usati nelle comunicazioni tedesche, criptate tramite il cosiddetto sistema “Enigma”.
La crittografia, però, nasce già nel IV Secolo a.c.: già Giulio Cesare utilizza la trasposizione di lettere per proteggere le informazioni.
Anche Leon Battista Alberti nel XV secolo ha addirittura utilizzato la prima macchina cifrante e usa una chiave composta da più lettere.
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