'L’eredità dei Crea', il nuovo romanzo di Umberto Segato, è la storia di un gioco di inganni messo in atto attorno a un’eredità dove il tema romantico Amore-Morte è sostituito dal più concreto Amore – Denaro, raccontata dal protagonista, un uomo così incerto su sé stesso che non si sa mai se il suo agire sia figlio della buona o della malafede.
Ma non è una storia di avidità. Sentimenti più complessi animano l’agire del protagonista: affermazione di sé, desiderio di giustizia, odio e disprezzo e, anche, amore.
Ecco in sintesi la trama
Un ricco imprenditore fattosi da sé, rozzo e tirannico, ossessionato dall’idea di avere un erede del “suo stesso sangue”, vuole un pronipote che abbia la più alta concentrazione di questa “materia prima” per lasciargli in eredità l’Impresa messa in piedi nel corso della vita.
Ma il vecchio ha anche due nipoti, un maschio adulto, che è anche il suo braccio destro negli “Affari”, e una femmina minorenne vissuta da quando era bambina in collegio.
Un matrimonio tra i due potrebbe dare l’erede desiderato, ma il vecchio del maschio non si fida perché lo considera un debole e della femmina si fida ancor meno a causa di certi suoi trascorsi “artistici” e frequentazioni equivoche.
Contro il suo volere, però i due si sposano e mettono al mondo l’erede. Non potendo fare a meno di accettare il fatto compiuto, il vecchio lascia tutto il patrimonio al neonato e decide di andare a riposare per l’eternità.
Ma la pantomima che i due sposi hanno messo in scena non era scritta a due mani: ognuno ha agito per conto proprio, ma solo uno dei due protagonisti “ha mentito sapendo di mentire”, recitando il proprio ruolo con fredda razionalità al punto da sacrificare anche il più forte degli istinti, quello sessuale. L’altro ha mentito solo a sé stesso per cui alla fine l’unico sconfitto è lui.
Il vero vincitore però è il vecchio Crea che ha lasciato tutta l’eredità al figlio dei suoi nipoti, l’erede con la più alta concentrazione di sangue Crea nelle vene.
Alla fine, dunque, a prevalere è la vera eredità dei Crea, quella che il vecchio imprenditore chiamava “il sangue”.
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