Era prevedibile che il mondo della musica dopo 60 anni esatti dalla pubblicazione del primo singolo della band londinese (Love me do), cogliesse l’occasione per celebrare gli indimenticabili Beatles.
Quello che però non era (e non è) affatto scontato, è che qualcuno, con coraggio e un briciolo di magica incoscienza, decidesse di proporre alcuni dei loro brani, dando nuova vita ai quattro geni che cambiarono la storia e il costume del rock.
Roberto Padovan (produttore, arrangiatore, compositore e pianista) estrae dal cilindro “Painting the Beatles” che, in una sorta di indefinibile cromo-pop, ha creato insieme alla collega Francesca De Mori (vocalist strepitosa e affascinante) una nuova dimensione d’ascolto per le generazioni più conservatrici e per quelle che, molestate da un rap invasivo, possono ritrovare pace nei lunghi suoni cosmici dell’album.
È un quadro, anzi, una mostra di sette opere d’arte che, senza presunzione, s’affaccia sul cuore della discografia contemporanea per offrire una nuova lettura a quello che è stato, e che per fortuna non cambierà, ma che può fare da stimolo a chi ha voglia di sintonizzarsi tra passato e presente.
Sette tracce, quindi sette illustrazioni sonore, eccole: 1) For no one; 2) Eleanor Rigby; 3) Across the universe; 4) Nowhere man; 5) Norwegian wood; 6) And I love her; 7) The long and winding road.
Dal 5 ottobre è in distribuzione sulle piattaforme on line con Long Digital Playing S.r.l
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