Il 5 agosto 1939, in Via Morozzo della Rocca a Milano, a seguito di un principio d'incendio nella cantina di uno stabile, dalla Caserma Centrale di Via Ansperto, veniva immediatamente mandata l'autopompa di prima partenza con otto vigili del fuoco; pochi minuti dopo il loro arrivo si verificò un'esplosione che costò la vita al Brigadiere Carlo Galimberti ed ai Vigili Aldo Parora e Anselmo Pasi.
Carlo Galimberti è senza dubbio il più grande pesista italiano di tutti i tempi, tra il 1924 ed il 1932 conquistò una medaglia d'oro e due d'argento alle Olimpiadi, nonché due secondi posti ai Campionati europei del 1930 e 1931; stabilì inoltre diversi primati mondiali: basti ricordare quelli di distensione a due braccia, durante i Giochi Olimpici del 1924 (97,500 kg) e 1928 (105 kg) e quello di slancio a due braccia (127,500 kg), durante i Giochi del 1924.
Dal 1921 al 1939 vinse anche 18 titoli nazionali consecutivi, 13 nei medi e 5 nei medio-massimi, e nel 1924, si aggiudicò le gare di selezione per le Olimpiadi, che costituivano il campionato italiano.
A 81 anni da quel fatidico giorno Alberto Fiocchi - nipote di Galimberti- sua moglie Serenella Scanziani, vigile volontario a Milano, in collaborazione con il gruppo di lavoro degli "Stati Generali Eredità Storiche" hanno ripercorso la sua fantastica storia di uomo, di pompiere e di sportivo attraverso il racconto presentato nella monografia dal titolo "Tra mito e realtà: mio nonno Carlo Galimberti" pubblicato nel "numero 13" di agosto 2020 dei "Quaderni di Storia Pompieristica".
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