«C’è qualcosa che ci portiamo dentro, qualcosa che è incancellabile, unico e privato come il codice genetico: si chiama ricordo – scrive Gabriele Moroni nella prefazione al nuovo libro dell’amico e collega Fabio Conti.
Conti non ha dimenticato i racconti del nonno: li ha portati con sé racchiusi nello scrigno prezioso della memoria. Diventato adulto, con il piglio del cronista abituato all’inseguimento quotidiano dei fatti e insieme con il rigore dello storico che risale alle fonti primarie, si è dedicato alle ricerche sul lago Gerundo, immenso specchio d’acqua che nell’antichità si estendeva fra Bergamasca, Cremasco, Lodigiano, fino a lambire le porte di Milano.
Il drago Tarantasio, suo abitatore, secondo la leggenda ammorbava e uccideva i malcapitati che capitavano a tiro del suo mefitico fiato» e la sua fama ha traversato il tempo, avendo la forza di arrivare fino a noi anche tramite una sorprendente serie di raffigurazioni, dal simbolo araldico di Visconti e Sforza (il Biscione) al logo dell’ENI (il cosiddetto cane a sei zampe).
A queste vicende, Conti ha dedicato il volume dal titolo: "Tarantasio il drago del lago Gerundo" nell'ambito della collana 'Scorci & Memorie' di Edizioni Meraviglie.
Fabio Conti è nato nel 1979 a Vaprio d’Adda (sulla sponda milanese del lago Gerundo!) e vive da sempre nella Geradadda. Giornalista professionista, è redattore dell’“Eco di Bergamo” e corrispondente dell’ANSA da Bergamo.
Appassionato di storia e tradizioni locali, ha scritto racconti pubblicati in varie raccolte. È inoltre autore del volume Uomini e motori: storie e passioni bergamasche (Grafica&Arte). Con Meravigli ha pubblicato 3 fortunati libri dedicati alle storie e leggende del lago Gerundo.
Era ricoverato a San Giovanni Rotondo, in Puglia, per...
E' accaduto nel Cremonese; le forze dell’ordine stanno...
Un uomo di 57 anni di Vescovato ha improvvisamente perso...