“Due cani bruciati vivi perché abbaiavano troppo: dinanzi all’atrocità del gesto commesso nella notte tra sabato e domenica ad Albaredo, in Valtellina, c’è da sperare innanzitutto che parli chi sa o ha visto o che le forze dell’ordine riescano a rintracciare il o i responsabili. Sarebbe assurdo se rimanesse impunito, benché le sanzioni attualmente previste dal codice siano del tutto inadeguate, un atto così assurdo e crudele: riversare litri di combustibile sul box dove si trovavano i cani e appiccare il fuoco. In ogni caso la Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, che ha preso contatto con i proprietari dei cani uccisi per partecipare al loro dolore e offrire aiuto, presenterà denuncia contro ignoti e, qualora siano individuati i colpevoli, o il colpevole, chiederà di costituirsi parte civile”.
Così Katya Grandi, responsabile di LEIDAA per la provincia di Sondrio, commenta la notizia del rogo che è costato la vita ai cani Bobo e Lea, rei, questo il sospetto dei proprietari, di “farsi sentire” troppo.
"Non è la prima volta - aggiunge - che si verificano nella nostra provincia casi di efferata violenza contro gli animali. Basti ricordare i numerosi cani uccisi a fucilate da cacciatori o bracconieri, Aro ammazzato a colpi di forcone, il pastore tedesco impiccato in bassa valle, e potrei continuare. Sono episodi che devono destare in tutti allarme e preoccupazione".
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