Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha inaugurato questa mattina, all'ospedale San Gerardo di Monza, i nuovi spazi del reparto di Terapia Intensiva Neonatale della Fondazione Monza e Brianza per il Bambino e la sua Mamma, organizzati in 'single family room' per accogliere i bimbi prematuri e le loro famiglie.
All'evento hanno partecipato il presidente della Fondazione Monza e Brianza per il Bambino e la sua Mamma, Giuseppe De Leo, quello del Comitato Maria Letizia Verga, Giovanni Verga, il direttore del reparto di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale della Fondazione MBBM, Paolo Tagliabue.
Presenti anche Massimo Giupponi, direttore generale ATS Brianza, Matteo Stocco, direttore generale dell'ASST di Monza, e Dario Allevi, sindaco di Monza.
"Sono molto lieto - ha detto Fontana - di inaugurare alla vigilia della 'Giornata mondiale della prematurità', che si celebra domani, la prima Terapia Intensiva neonatale 'Family', unica realtà in Italia. L'eccellenza della sanità lombarda non è fatta solo di abili e qualificati professionisti, ma anche e soprattutto dalla umanizzazione delle cure prestate, e questi nuovi spazi, che consentiranno ai neonati fragili di stare sempre a contatto con la mamma, lo dimostra".
Il nuovo reparto di terapia intensiva neonatale dispone di 12 posti letto per le cure intensive ed è organizzato in single family room di circa 24mq ciascuna dove il neonato può essere accolto in un ambiente che favorisca la presenza costante e il contatto con i familiari. Il reparto, si caratterizza, inoltre, per un avanzato profilo tecnologico: grazie a una piattaforma informatica certificata, dati e allarmi, provenienti da monitor e dispositivi medicali, arrivano al personale medico e infermieristico attraverso smartphone dedicati.
"Voglio ringraziare - ha concluso Fontana - la Fondazione MBBM per aver contribuito con i suoi specialisti e la sua attività di ricerca, a rendere la Neonatologia del San Gerardo, centro di riferimento per il neonato a rischio dell''intera Brianza. Questo è un altro esempio della virtuosità tra pubblico e privato che caratterizza il sistema sanitario regionale. Una 'virus' tutto lombardo che vorremo trasmettere al resto del Paese".
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