Dalle prime luci dell’alba oltre 100 militari della Guardia di Finanza di Lodi, con l’ausilio di personale specializzato anti-terrorismo e pronto impiego di Milano, Bergamo, Varese e Piacenza stanno eseguendo 10 ordinanze di custodia cautelare in carcere e numerose perquisizioni in Lombardia ed Emilia Romagna.
Le indagini, inizialmente coordinate dalla Procura di Lodi, sono state successivamente trasferite per competenza alla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano – Alessandra Dolci e Adriano Scudieri – ed hanno permesso di smantellare una pericolosa organizzazione criminale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed al riciclaggio dei proventi derivanti dall’attività illecita.
Nell’agosto del 2017, i finanzieri di Lodi fermavano un cittadino egiziano in possesso di carte d’identità, passaporti, buste paga e titoli di viaggio; da questo banale rinvenimento si sviluppavano complesse investigazioni dalle quali appariva la sussistenza di un’associazione strutturata, impegnata nella frenetica attività di trasporto di immigrati clandestini, provenienti in particolare da due aree geografiche, il Nord Africa e l’Asia Centrale, in ingresso e in uscita dal territorio nazionale verso altri Paesi UE.
Sono 49 i viaggi complessivamente ricostruiti dalle Fiamme Gialle attraverso i quali sono transitati sul suolo nazionale centinaia di immigrati. La strutturata e capillare organizzazione era capace sia di entrare in contatto, tramite i propri canali, con gli immigrati che intendevano attraversare l’Europa, sia di pianificare e curare i viaggi che si svolgevano in genere lungo il traforo del Monte Bianco per raggiungere la Francia.
Le specifiche modalità e le peculiari circostanze con cui venivano consumati i reati appaiono sintomatiche di personalità particolarmente avvezze a compiere traffici illeciti ed allo sfruttamento della disperazione degli immigrati. Essi, dopo aver pagato 4-5 mila euro per giungere in Italia attraverso la Turchia e la Grecia, solo dopo aver pagato ulteriori 500 euro venivano raccolti in piccoli gruppi e trasportati altrove mediante grosse autovetture, del tipo van, in genere a sette o più posti, grazie ai cosiddetti passeur, ovvero i “traghettatori” che fanno la spola fra i confini nazionali di più Stati per trasferire clandestinamente persone.
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