"La stabilità del Mediterraneo, come quella del Golfo, significa tanto per il nostro Paese. Non è un caso che il mio passaggio in Kuwait e le mie missioni in Iraq e in Libano, appena concluse, arrivino dopo quelle negli Emirati e in Oman e le recenti visite nel Ciad e nel Niger".
Lo ha ribadito il premier Giuseppe Conte al termine dell'intensa giornata odierna.
"Con le massime Autorità irachene, libanesi e regionali curde ho avuto modo di confrontarmi su molteplici temi: tra questi, appunto, la cooperazione affinché il processo di stabilizzazione di queste aree prosegua quanto più efficacemente possibile. Il nostro contributo è unanimemente apprezzato" ha detto il premier.
"In questi paesi sono presenti i nostri contingenti: donne e uomini dell’esercito, della marina, dell’aeronautica e dell’arma dei carabinieri, la cui professionalità e dedizione sono universalmente apprezzate. Svolgono compiti delicatissimi nel contrasto al terrorismo, nella formazione delle forze dell’ordine locali, nel sostegno alle comunità locali. A loro ho portato il grato e riconoscente pensiero del Governo e della Nazione".
"Ora si rientra a Roma - ha riferito Conte -. Domani sarò a Genova per dare inizio alle operazioni di demolizione del Ponte Morandi. Nei giorni successivi alla tragedia abbiamo spesso ripetuto una frase “Genova nel cuore”. Domani ritorno a Genova, che dal mio cuore e dai miei pensieri non è mai uscita. Ci sarò domani e tornerò anche successivamente per seguire le operazioni di ricostruzione. Dobbiamo fare presto per inaugurare quanto prima il nuovo ponte. Sarà il simbolo del riscatto di Genova, della Liguria, dell’Italia".
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