Si contano i primi danni provocati dall’ondata di caldo africano nelle campagne lombarde dove tra Cremona e Mantova bruciano frutta e verdura pronte per la raccolta.
E’ quanto emerge dal monitoraggio regionale che sottolinea come le alte temperature abbiano provocato in alcune aziende perdite dal 10% al 30% del raccolto.
Dalle angurie che mostrano evidenti segni di scottature con sfregi bianchi sulla buccia, ai peperoni ustionati con macchie marroni che li rendono invendibili.
“Quando il peperone viene scottato, il segno della bruciatura è evidente e non resta che scartare il prodotto – dichiara Alberto Soragni, produttore di orticole di Castelverde, in provincia di Cremona – Sull’anguria colpita dal calore si vede una chiazza bianca e il frutto perde di dolcezza. In alcuni casi si riesce a salvare, raccogliendola per tempo, ma non sempre è possibile”.
A rischio anche i meloni: “La combinazione tra il maltempo di maggio e il caldo attuale ne ha compromessi molti – precisa Massimo Perini, agricoltore di Casteldidone (CR) – La pioggia ha ritardato lo sviluppo della pianta, che adesso è meno protetta, meno vigorosa e collassa”. “Il timore è anche per le prossime settimane – aggiunge Luca Galeotti, imprenditore agricolo di Pegognaga (Mantova) - con il caldo e questi colpi di sole le foglie cominceranno a seccare e i meloni e le zucche si troveranno più esposti, proprio nel momento della maturazione”.
Con il grande caldo nelle campagne gli agricoltori sono costretti a ricorrere all’irrigazione di soccorso per salvare le coltivazioni in sofferenza per le alte temperature, dagli ortaggi al mais, dalla soia al pomodoro.
Questo intervento è importante soprattutto per far sopravvivere le piantine piccole che non avendo radici sviluppate non riescono a raggiungere lo strato umido del terreno poiché lo sbalzo improvviso della temperatura tende a formare una crosta in superficie.
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