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FALSI PEZZI DI RICAMBIO

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Mercoledì 02 Ottobre 2019

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Una vera e propria “industria dei pezzi di ricambio “taroccati” quella scoperta nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza di Torino. I Baschi Verdi del Gruppo Pronto Impiego Torino, dopo un’indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica, hanno smantellato una vera e propria organizzazione che faceva della contraffazione di parti di ricambio ed accessori per autoveicoli, la sua attività. L’operazione ha permesso agli inquirenti di ricostruire l’intera filiera distributiva della merce falsa, interamente radicata nel nord-ovest del paese.

Oltre 20.000 gli articoli sequestrati dai finanzieri nel corso di numerose perquisizioni effettuate in varie località del Nord Italia, nelle province di Pavia, Brescia e Vercelli. Oltre 1,5 milioni di euro l’ammontare della truffa. Vari i loghi e gli articoli contraffatti, delle più note case automobilistiche nazionali ed internazionali, tutti destinati al settore dell’autotrasporto pesante (T.I.R.); tra questi, parti di carrozzeria in plastica, lamierati a taglio termico e rivestimenti esterni, profili in alluminio per sponde, barre paraurti posteriori, spoiler cabina, borchie copri-cerchi, kit copri sedili, tutti articoli che non corrispondevano ai criteri qualitativi delle case titolari dei diritti di privativa industriale.

Quello dei ricambi contraffatti continua a confermarsi un business fiorente e redditizio. I consumatori sono attratti da prezzi vantaggiosi, anche sul mercato e-commerce e spesso anche i ricambisti non si accorgono del “tarocco”. Si tratta tuttavia di una realtà che andrebbe combattuta con tutti i mezzi, come rilevato dall’Osservatorio Autopromotec (la più specializzata rassegna espositiva internazionale delle attrezzature e dell’aftermarket automobilistico), poiché riverbera effetti negativi su vari fronti.

Oltre a costituire un danno per l’erario, che perderebbe annualmente decine di milioni di Euro per i mancati introiti connessi all’Iva, il fenomeno rileva sotto il profilo della sicurezza. I pezzi falsificati, infatti, non garantiscono la rispondenza agli standard qualitativi di quelli originali con notevoli rischi in tema di sicurezza stradale, a causa delle verifiche scarse, o del tutto assenti, che sono effettuate in sede di produzione.

A tutto ciò si aggiungono anche i problemi dal punto di vista della sostenibilità, perché i materiali utilizzati per la contraffazione spesso non rispettano le normative per la sicurezza e la difesa dell'ambiente. Al termine di questa prima fase delle indagini sono 4 le società coinvolte nella vicenda, 5 i soggetti denunciati all’Autorità Giudiziaria torinese per vendita di prodotti contraffatti, ricettazione e frode in commercio. Come ricordato oltre 1,5 milioni il valore della merce cautelata.

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