“L’Italia non è un Paese per disabili: qui i diritti vanno concretizzati caso per caso e difesi uno ad uno, compreso quello alla “crescita affettiva”.
Lo ha detto, intervenendo ad un dibattito su disabilità e sessualità, nell’ambito dell’iniziativa “Il tempo delle donne”, Michela Vittoria Brambilla, presidente della commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza.
“Nonostante – ha osservato la Brambilla - i progressi compiuti negli ultimi decenni, a partire dalla legge 104, siamo ben lontani dai livelli europei. Basti pensare non solo alle “classiche” barriere architettoniche, ma a temi come la scuola, il lavoro, la salute. Quanti dei 234 mila alunni disabili nelle scuole italiane non potranno iniziare regolarmente le elezioni per mancanza di un insegnante di sostegno? Nel 2013 – anno cui si riferisce l’ultima relazione del ministero del Lavoro al Parlamento – l’avviamento al lavoro delle persone disabili ha raggiunto il minimo storico (18.295) nonostante il sistema delle quote di riserva previsto dalle leggi".
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