"Abbiamo elaborato un documento con delle proposte concrete, realizzabili, e che hanno dimostrato di funzionare. Lo dico da ex ministro dell'Interno, che si è occupato proprio di queste cose nel 2011".
Lo ha fatto sapere il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, al termine dell'incontro trilaterale con Giovanni Toti e Luca Zaia, a Genova, in tema di immigrazione. Il governatore, ha citato in particolare tre dei nove punti del documento, che verrà inviato al presidente del Consiglio.
"Bisogna dichiarare anzitutto lo Stato di emergenza" ha sottolineato Maroni, criticando Palazzo Chigi che non l'ha ancora fatto. "Questo - ha spiegato - ci consentirebbe di coinvolgere la protezione civile. Il Governo si ostina a non farlo, perché considera quello che sta avvenendo come una 'non emergenza'. Ma sono i numeri a smentirlo: nel 2011, durante la 'primavera araba' arrivarono 48mila immigrati, nel 2014 ne sono arrivati 119mila, nel 2015 121mila, dal 2016 a oggi ne sono già arrivati già 124mila. Se non è un'emergenza questa".
"E' fondamentale - ha proseguito Maroni - bloccare i flussi alla partenza e promuovere accordi bilaterali con i paesi d'origine per i rimpatri. Sono cose che io avevo fatto quando ho gestito il Viminale e che avevano funzionato. Infatti, a luglio 2011, quei flussi si sono fermati. Questa è la strada praticabile, che il Governo non sta seguendo solo per ragioni ideologiche".
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