Sono positive le prime impressioni di CNA Lombardia sul testo del Decreto Rilancio in via di emanazione da parte del Governo centrale.
“Posso dire che il lavoro di lobby attivato dalla Confederazione Nazionale dell’Artigianato a tutti i livelli sembra aver sortito il definitivo ingresso, nell’agenda delle priorità, di alcune istanze per noi fondamentali. Si passa da un approccio incardinato sui finanziamenti bancari, certamente ambizioso nei suoi potenziali effetti leva ma inevitabilmente lungo nei tempi, a misure di supporto a fondo perduto” commenta il Presidente di CNA Lombardia, Daniele Parolo.
“Un primo piccolo sollievo immediato”, sottolinea Parolo, “potrebbe arrivare anche dal congelamento degli adempimenti fiscali (bene aver eliminato la prima rata IMU per le attività turistiche). Finalmente intravediamo strumenti a largo spettro e potenzialmente di più immediata ricaduta su imprese e territori. Il nodo vero, infatti, sarà la rapidità con cui tali benefici potranno essere incassati dalle micro e piccole imprese”.
CNA Lombardia esprime un apprezzamento anche per le misure di supporto alla capitalizzazione delle imprese, capaci, se ben tarate ed interpretate, di costituire un asse di politica economica utile al rafforzamento della muscolatura finanziaria delle imprese italiane, mentre è grande l’apprezzamento per l’intervento sulle ristrutturazioni edilizie in ambito scolastico.
L’equilibrio e la relazione virtuosa tra salute, sicurezza, riaperture, costituirà uno snodo decisivo. “Il lavoro fatto dal Ministero della Salute in vista di un incremento dei posti di terapia intensiva, che si profila pari al 115%, appare di fondamentale rilevanza per iniettare fiducia e sostenibilità materiale alla necessaria ripartenza del mondo economico e produttivo. L’infrastruttura umana e materiale della sanità, mai come oggi, si è rivelata un asset competitivo strategico su cui investire per attrezzare la ripresa del Paese” commenta Stefano Binda, segretario CNA Lombardia.
Al di là dei buoni segnali contenuti nelle misure del DL Rilancio, resta un nodo irrisolto e grave, conclude tuttavia Daniele Parolo: “La classificazione del contagio da COVID 19 come infortunio sul lavoro configura responsabilità in capo al datore di lavoro che oggettivamente non sono accettabili né facilmente sostenibili. I nostri imprenditori sono molto spaventati dalle conseguenze di questa scelta”.
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