Sono state presentate oggi nel corso del talk digitale “Le imprese idriche come motore per la ripartenza”, le strategie delle aziende idriche per fronteggiare la crisi sociale ed economica dell’era post Covid.
Alla presenza seppur virtuale di stakeholder e partner, le tredici aziende di Water Alliance – Acque di Lombardia, la prima rete di imprese delle aziende idriche in house della Lombardia, hanno illustrato le proprie proposte per la ripartenza dell’indotto legato al settore idrico.
Nata nel 2015 per coniugare il radicamento sul territorio e le migliori pratiche nella gestione pubblica dell’acqua, dal 1° gennaio 2020 Water Alliance si è allargata a tutti i gestori pubblici lombardi. A BrianzAcque, Gruppo CAP, Lario Reti Holding, Padania Acque, Pavia Acque, SAL, Secam, Uniacque si sono infatti aggiunte Alfa, Acque Bresciane, Como Acqua, MM e Gruppo Tea. La prima rete nazionale dell’acqua pubblica è diventata un vero e proprio modello non solo per il sistema Lombardia, ma per tutto il Paese.
Con un fatturato di circa un miliardo di euro e più di tremilaseicento dipendenti, attraverso una rete idrica di circa 40 mila chilometri e una rete fognaria di circa 34 mila, Water Alliance mira a migliorare i servizi offerti a più di milleduecento comuni per un totale di otto milioni e mezzo di abitanti serviti.
Un sistema in continua evoluzione che grazie a una portata di investimenti, stimati attorno ai due miliardi di euro per il periodo 2020-2025, rappresenta una novità unica nel panorama delle utilities italiane in grado di ammodernare ed efficientare il servizio idrico nel suo complesso e creare valore per la comunità.
Tra le 13 aziende riunite in Water Alliance, anche la lodigiana SAL, che fin dall’avvio della rete ha creduto nelle potenzialità della sinergia: “Anche noi siamo pronti a fare la nostra parte, con i 50 milioni di euro che stiamo investendo per il periodo 2020-2025 – spiega Giuseppe Negri, presidente di SAL -. Si tratta di uno sforzo economico considerevole, che servirà a completare le dorsali idriche della provincia, a potenziare acquedotti e depuratori, ad ammodernare le reti idriche e fognarie, e a procedere con la sostituzione dei contatori tradizionali con i nuovi smart meter dotati di telelettura. Per il nostro territorio e i suoi 230mila abitanti, 50 milioni di euro sono un volano per sostenere la ripresa dell’economia lodigiana”.
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