Lega contro Lega tra Svizzera e Lombardia.
Dopo l'esito del referendum consultivo in Canton Ticino sulla presenza di stranieri in suolo svizzero, teso a ridurre le opportunità di lavoro offerte agli stranieri - italiani compresi - si moltiplicano le prese di posizione nei confronti delle autorità cantonali.
"Ho già parlato con il presidente della Repubblica del Cantone Ticino, Paolo Beltraminelli, circa l'esito del referendum: ci incontreremo la prossima settima, per capire che cosa succede e, soprattutto, da parte nostra, per definire, anche con l'assessore Brianza, le iniziative necessarie a difendere i diritti dei lavoratori lombardi, che ogni giorno vanno a lavorare in Cantone Ticino".
Lo ha annunciato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, dopo la seduta di giunta regionale.
"Parliamo di lavoratori – ha precisato Maroni - non di immigrati clandestini". Ma è proprio questo - la necessità di garantire lavoro prima agli svizzeri, poi a tutti gli altri - al centro dell'attenzione dei residenti in Canton Ticino che, per la seconda volta, si sono espressi a favore di una maggior attenzione nei confronti degli svizzeri.
Si tratta della stessa battaglia che la Lega conduce da tempo nel nostro Paese nei confronti degli immigrati.
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