La Giunta regionale ha approvato uno schema di accordo per la riduzione del rischio idrogeologico nell’area metropolitana di Brescia.
La situazione dell”Area a Potenziale Rischio Significativo’ di Brescia, conseguente a elevate portate di piena ed estensione delle aree inondabili, richiede, infatti, complessi interventi di mitigazione del rischio con effetti alla scala di bacino idrografico o di ampi settori del reticolo idrografico principale, per attuare i quali è necessario il coordinamento delle politiche di più soggetti istituzionali.
Concretamente, l’intesa attiverà un Tavolo istituzionale tra Regione, Comune di Brescia, Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po, Agenzia interregionale per il fiume Po, Consorzio di Bonifica Oglio Mella e Consorzio di Bonifica del Chiese, per la realizzazione di opere strutturali, manutenzione e gestione delle infrastrutture esistenti.
“Dopo l’accordo di programma sul nodo idraulico di Milano – ha detto l’assessore al Territorio e protezione civile Pietro Foroni – si avvia per la prima volta, infatti, anche l’accordo sul nodo idraulico di Brescia, seconda città della Lombardia. Ciò al fine di creare le necessarie sinergie istituzionali per una condivisione sulle scelte strategiche inerenti le opere idrauliche ma soprattutto per coordinare l’attività combinata della gestione delle opere già esistenti e delle future opere previste nel Piano Lombardia per la difesa del suolo, che superano i 7 milioni di euro di investimenti regionali”.
“Con questo accordo – ha aggiunto Foroni – si mettono quindi in sicurezza la popolazione bresciana e i relativi ambiti urbani da un rischio idrogeologico sempre più pressante. Segnato, infatti, da sempre più frequenti condizioni meteorologiche ‘equatoriali'”.
“Regione Lombardia – ha spiegato l’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi – vuole intervenire infatti per risolvere un problema che affligge Brescia da tanti anni. La nostra città presenta delle fragilità idrogeologiche mai affrontate a livello comunale. Ovvero realtà per le quali è necessario realizzare opere di difesa, fare manutenzione ordinaria e straordinaria. Nonchè gestire le infrastrutture idrauliche già esistenti”.
“Per farlo – ha aggiunto Rolfi – non basta infatti solo stanziare risorse, ma serve soprattutto una programmazione, nonchè una collaborazione istituzionale nell’interesse del territorio e della prevenzione. Questo è quanto ha promosso Regione Lombardia per affrontare il tema del rischio idrogeologico, finanziando anche le opere condivise”.
L’ambito territoriale di riferimento dell’Accordo è costituito dai bacini idrografici che interessano l’area metropolitana bresciana. Si tratta di una vasta area, in cui lo scorrimento naturale delle acque è stato profondamente modificato nel tempo, suddivisibile prevalentemente in due bacini fluviali principali: quello costituito dal fiume Mella, dal torrente Garza.
Insistono, inoltre, nel medesimo contesto anche i torrenti Gandovere e Mandolossa nella zona a ovest di Brescia. Nonchè, nella zona a est, i torrenti Rino-Musia e Rudone. Nel contesto meridionale che cinge la città, infatti, insiste un esteso reticolo idrografico artificiale. Gestito dai consorzi di bonifica e da consorzi irrigui che si intersecano col complesso reticolo naturale sopra descritto.
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