“Trasformare le cave dismesse in bacini idrici per accumulare acqua d’inverno nel periodo di forti piogge e utilizzarle come vasche di laminazione per poi d’estate far fronte ai periodi di siccità”: è questa la proposta dell’assessore regionale all’agricoltura Fabio Rolfi che ha chiesto un incontro con le associazioni di categoria per un aggiornamento sul progetto portato avanti da Anbi Lombardia, l’associazione che raggruppa 12 consorzi di bonifica e 5 consorzi di regolazione dei laghi, con la Regione per favorire l’accesso a questo bene fondamentale per tutto il comparto agricolo regionale.
“Valorizzare le cave non più attive è un’operazione strategica per tutta la filiera agricola lombarda – ha affermato Antonio Boselli, presidente di Confagricoltura Lombardia – perché i lunghi periodi di siccità stanno mettendo in ginocchio la programmazione degli agricoltori in maniera trasversale. Abbiamo quindi bisogno di maggiori certezze in ottica di irrigazione e, verificati i costi per rendere impermeabili queste cave e la quantificazione della relativa capacità di contenimento dell’acqua, siamo favorevoli a quanto pensato da Anbi e l’assessorato guidato da Fabio Rolfi. Inoltre questo progetto va nella chiara direzione di contrasto al rischio sempre più attuale di allagamenti e dissesto idrogeologico”.
Sul tema irriguo, Boselli ricorda l’importanza del Piano di Sviluppo Rurale: “Da sempre chiediamo a gran voce una particolare attenzione per supportare l’efficientamento degli impianti di irrigazione per sfruttare al massimo la risorsa dell’acqua e favorire un confronto per delineare in comune accordo una migliore gestione del deflusso minimo vitale dei fiumi e una regolamentazione condivisa dei livelli idrometrici dei laghi”.
L’incontro con l’assessore regionale è stato anche l’occasione per approfondire la possibilità di concedere ai privati aree demaniali per favorire la coltivazione dei pioppi e poter quindi soddisfare la crescente richiesta di questo prodotto: “Rivolgiamo un ringraziamento all’assessore Rolfi per questa iniziativa di rilancio della filiera anche in considerazione dell’indirizzo costante dell’Unione europea che invita alla piantumazione dei boschi in ottica di una sempre maggiore sostenibilità. Chiediamo, però, che vengano snellite le operazioni di assegnazione delle aree demaniali ai privati che vogliono investire in questo comparto in forte ascesa – ha aggiunto il presidente Boselli –, ma abbiamo bisogno di certezze: servono almeno otto anni per formare un pioppo ed abbiamo necessità di garanzie di prezzi fissi al momento della vendita del prodotto. Questa filiera sta vivendo momenti altalenanti e – ha concluso Boselli – è giunto il momento per consolidare un settore molto ricercato e dalle grandi potenzialità”.
All’incontro è intervenuto anche Fabio Boccalari presidente della Associazione Pioppicoltori Italiani: “Come Api esprimiamo compiacimento per il riconoscimento di questo ruolo anche ambientale della coltura del pioppo ed ora, per un completo rilancio della coltura, dobbiamo affrontare in un tavolo tecnico tutte gli aspetti legati all’acceso al PSR che possano rendere la misura specifica più appetibile di quanto non sia stata negli ultimi anni”.
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