«La Regione Lombardia è contraria alla trasformazione di quasi 9.000 ettari del Parco agricolo sud di Milano in area naturale. La connotazione agricola del parco è già garanzia ambientale. La presenza di aziende agricole fornisce al territorio una economia sana, è sinonimo di cibo a filiera corta e rappresenta una importante cintura verde per l’area metropolitana di Milano. Non vogliamo arrivare allo scontro istituzionale con i sindaci che hanno sostenuto questa proposta e con la governance del Parco, ma di sicuro questa azione non va bene proprio perché risulta essere divisiva. Regione Lombardia è a disposizione per cercare una mediazione. Auspico la disponibilità da parte di tutti ad ascoltare chi lavora la terra e produce cibo sicuro e di qualità per i milanesi. Parliamo peraltro di una agricoltura sostenibile, multifunzionale, innovativa. Gli agricoltori sono i protagonisti del mantenimento ambientale e paesaggistico del Parco, non la parte da punire ».
Lo ha detto l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi, che ha ricevuto dai rappresentanti di Coldiretti e Confagricoltura una petizione, firmata da un migliaio di imprenditori agricoli, contro la trasformazione di circa 9.000 ettari del Parco Agricolo Sud Milano in area naturale.
«Il Parco agricolo Sud è una delle aree rurali più importanti della Lombardia ed è stato istituito proprio per la sua natura agricola che funge da cintura all’urbanizzazione della città. Trasformarlo in area naturale significherebbe creare vincoli anti-storici per l’attività degli agricoltori che stanno già facendo tutto quanto possibile in termini di sostenibilità ambientale e che non possono perdere mercato a causa di limiti e imposizioni non compatibili con l’attività economica», ha concluso l’assessore Rolfi.
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