Mentre si aspetta a mettere mano alla nuova fiscalità, ANAPIC lancia un appello: le tasse vanno pagate e servono.
Senza tasse non si può pretendere mantenere una efficiente e capillare sanità pubblica.
Occorre richiamare l’attenzione su due necessità: non aumentare la pressione fiscale e snellire la burocrazia.
Quanto alla prima necessità è evidente che non si può pretendere che soggetti in crisi paghino più tasse di quando non erano in crisi. Lecito chiedere, ma non si potrà ottenere granché e si finirà per rottamare e condonare .
Quanto alla seconda necessità, snellire la burocrazia, è persino superfluo parlarne.
A questo proposito a parere della Presidente ANAPIC Lucia Rizzi è quanto mai opportuno non intervenire sulla cedolare secca, anzi, se un intervento ci deve essere, dev’essere nel senso di un ampliamento: cedolare secca vuol dire maggiori facilità di accertamento, maggiori facilità di riscossione, lotta all’evasione e all’elusione perché il proprietario è meno spinto ad eludere ed evadere proprio perché il vantaggio connesso alla manovra fiscale fraudolenta è minore se paragonato al rischio.
Il proprietario avrà anche meno oneri burocratici da soddisfare, meno attività da chiedere e quindi retribuire al commercialista. Si può ragionare sulle aliquote e discutere se introdurre una progressività: i piccoli proprietari non possono essere equiparati ai grandi immobiliaristi, ma certo non appare opportuno comprimere la misura.
Analogo discorso può farsi, e per le stesse ragioni, per il regime forfetario per i professionisti. Il regime forfetario per chi fatturi meno di 65.000 euro.
Valgono tutte le ragioni sopra esposte e una in più. Con il regime forfetario l’utente finale pagherà il professionista di meno, con conseguente aumento di liquidità, nelle tasche del consumatore, con conseguenti benefici per l’economia anche in termini di lotta alla burocrazia (avete mai provato ad avere a che fare con decine di ritenute d’acconto da gestire?). Anche qui si può ragionare sulle aliquote e discutere se introdurre una progressività, ma ridurre l’ambito di operatività del forfetario non appare opportuno. Sarebbe farraginoso (eufemismo) offrire ristori alle partite Iva e ai professionisti e poi riprenderseli sotto forma di imposte.
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