Rientrano nei limiti di legge le aflatossine e le cariche batteriche presenti nel latte importato in Lombardia.
"I risultati del piano di campionamento sul latte di provenienza non lombarda hanno dato risultati utili e indicazioni utili per impostare, in accordo con gli Uffici Adempimenti dell'Unione Europea, un sistema di controllo nel 2017 atto a risolvere alcuni aspetti sui quali Regione Lombardia è attenta".
È soddisfatto l'assessore regionale lombardo, Gianni Fava, in merito ai risultati dei controlli effettuati nei mesi scorsi, parallelamente al piano straordinario regionale effettuato per la ricerca di aflatossina m1 su tutte le aziende produttive lombarde.
Il campione controllato ha riguardato 140 cisterne di latte di raccolta proveniente da Francia, Germania, Spagna, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovenia, Belgio, ma anche Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna.
In particolare, sono state realizzate analisi per la ricerca di aflatossine, metalli pesanti, chinolonici e cloramfenicolo, la valutazione dei parametri igienico sanitari, la ricerca di sostanze inibenti, pcb e pub diossina e simili, furosina.
"I dati raccolti testimoniano che il latte introdotto in Lombardia rispetta i limiti di legge imposti dai regolamenti comunitari, eccetto alcuni sforamenti per carica batterica e cellule somatiche", ha riassunto Fava, raccomandando di evitare inutili allarmismi.
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