"Da una rapida ricerca, risulta che la prima legge regionale che ha o avrebbe imposto ai condomini di dotarsi di termovalvole risale al 2006; si tratta, per essere precisi, della LR 24/2006.
Scopo della norma era di rendere i condomini più efficienti dal punto di vista energetico e di ridurre l’impatto ambientale del riscaldamento (anche evitando che nelle case si raggiungessero temperature tropicali).
Quale sia stata la scelta del legislatore nazionale e locale e come siano andate le cose è noto.
Il legislatore ha scelto una via “morbida”, anche in considerazione delle difficoltà logistiche e quindi ha previsto un primo termine entro il quale gli stabili avrebbero dovuto dotarsi di termovalvole e un secondo termine decorso il quale, per i condomini che ne fossero risultati sprovvisti sarebbero scattate delle sanzioni. Tutti e due i termini sono stati più volte prorogati, fino arrivare al 2017. Naturalmente era previsto anche l’invio di ispettori che avrebbero dovuto svolgere gli accertamenti necessari.
Sappiamo altresì come spesso sono andate le cose. In numerosi casi i condomini hanno deciso di non fare nulla, alle volte anche esonerando gli amministratori (con delibere nulle in quanto contrarie alla legge) da responsabilità amministrative e patrimoniali. Questi condomini erano consapevoli che “grida fresche son quelle che fan più paura”, ma che tutta la faccenda delle termovalvole era un vano anelito ecologista, che non sarebbero usciti ispettori, che non ci sarebbero state sanzioni se non in qualche raro e statisticamente irrilevante caso.
Va da sé che benefici fiscali di varia sorta e natura non hanno esercitato attrattiva, o pochissima.
E così è stato.
Almeno dal 2017, cioè dalla scadenza dell’ultima proroga, di termovalvole, si può dire, non si è più sentito parlare.
Sennonché è uscita la normativa sul superbonus.
E, a questo punto, si è scoperto che, per poter usufruire del superbonus, è necessario che il condominio sia efficiente dal punto di vista energetico – cioè che sia dotato di termovalvole.
I privati che hanno deciso – o non hanno deciso – di compiere certe scelte risponderanno quindi delle stesse e subiranno delle conseguenze.
Ma questo vale e deve valere anche per il pubblico.
Non pochi sono i condomini in cui la maggioranza delle quote è posseduta da un ente pubblico, solitamente ALER.
Ebbene: si può affermare che in nessuno o quasi di questi condomini, specie se c’è una centrale esterna, siano state adottate le misure previste dalla legge per l’efficientamento energetico, cioè siano state poste le termovalvole.
Abbiamo quindi la paradossale situazione in cui un ente regionale (ALER) si è sottratto a una legge dalla stessa regione voluta. E ovviamente gli ispettori regionali si sono ben guardati dall’accertare se stessi.
Logica conseguenza, come si è appena visto, è che questi condomini non potranno godere del superbonus.
Ulteriore conseguenza è che si perderà l’ennesima occasione per rinnovare e ammodernare il patrimonio edilizio pubblico, che si finirà per dare agli inquilini ALER l’ennesimo motivo per pagare un canone ridotto o non pagarlo affatto perché inadimplenti non est adimplendum, che si perderà l’occasione per generare quell’indotto di lavoro, con i relativi benefici economici, legati al superbonus.
Per non parlare dell’ennesima occasione perduta per quella che in questi giorni ci piace chiamare “transizione ecologica”.
Certo si potrà diffidare ALER perché adempia a una legge regionale e magari recuperare, con un unico, ingente e frettoloso – con tutti i rischi che ne derivano – intervento, recuperare il tempo perduto.
Ma magari ci sarà soltanto l’ennesima proroga finché anche queste grida, stavolta pure quelle sul superbonus, da fresche che erano, non saranno diventate stantie e non faranno più paura a nessuno".
Lucia Rizzi, presidente Anapic
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