Nell’ambito delle attività di controllo condotte dall’Ufficio Immigrazione della Questura di Lodi, sono state contestate violazioni da parte di un uomo di 40 anni e sua cognata, 33enne di nazionalità egiziana.
Secondo quanto ricostruito sembra che tra i due intercorresse un rapporto di lavoro fittizio, creato con la finalità di agevolare l’ottenimento del permesso di soggiorno e vantaggi di natura economica.
L’Ufficio Ispettivo dell’INPS di Lodi, interessato dalla Questura, ha infatti rilevato la reale inesistenza del rapporto di lavoro, contestualmente annullando la validità dello stesso.
La donna, parente del connazionale, si era infatti finta collaboratrice domestica dello stesso per quasi 5 anni, potendo così agevolare il rinnovo del suo permesso di soggiorno, grazie alla occupazione lavorativa, e ottenendo indebitamente più di 30.000 euro, nell’arco del periodo di assunzione, tra assegni familiari, indennità NASPI, e ristori dovuto all’emergenza COVID19.
Entrambi sono stati denunciati, in concorso tra loro, alla Procura della Repubblica, con le ipotesi di reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e di utilizzo di documenti contraffatti al fine di determinare il rilascio del permesso di soggiorno, presunti colpevoli sino alla definizione del giudizio.
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