Regione Lombardia in campo contro la proposta di direttiva europea con nuovi limiti per gli allevamenti con più di 150 capi.
"L'Unione europea - ha detto l'assessore della Regione Lombardia, Fabio Rolfi - vuole estendere oneri burocratici a un numero sempre più alto di allevamenti, allargando il perimetro di applicazione delle norme sulle emissioni industriali anche agli allevamenti bovini e abbassando la soglia di applicazione per quelli avicoli e suini".
"Un'altra follia senza senso - ha commentato - che penalizza soprattutto la Lombardia, cuore della zootecnia italiana, in un momento di estrema difficolta per gli allevatori che stanno affrontando un aumento spropositato dei costi di produzione".
"Nella nostra regione - ha ricordato l'assessore - è allevato oltre il 50% dei suini italiani, il 25% dei bovini da carne, viene prodotto il 45% del latte italiano. Non possiamo continuare a subire in silenzio l'azione dei burocrati di Bruxelles che, per interessi economici e per una visione anti-impresa, continuano a penalizzare la nostra zootecnia. Di fatto la nuova proposta di direttiva prevede che gli allevamenti vengano considerati come stabilimenti industriali. Dovranno dunque sottostare a rigide norme in materia di controlli e autorizzazione con livelli di burocrazia e costi insostenibili in particolare per le realtà meno strutturate".
"È ormai evidente - ha aggiunto - il tentativo dell'Ue di favorire la produzione di carne sintetica e una dieta a base di insetti".
"Le aziende agricole lombarde - ha concluso Rolfi - stanno facendo investimenti enormi in materia di sostenibilità ambientale. Bisogna raggiungere gli obiettivi puntando sull'innovazione dei mezzi e delle tecniche di produzione, non stringendo la burocrazia e penalizzando gli imprenditori. Su questo tema chiederemo il sostegno del Governo italiano e di tutti gli europarlamentari lombardi che incontrerò a fine mese a Bruxelles".
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