La Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, ha eseguito nelle province di Milano e Pavia, diverse misure cautelari nei confronti di soggetti ritenuti responsabili a vario titolo di usura ed estorsione, aggravata dal metodo mafioso, spaccio di sostanze stupefacenti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Le indagini, ancora nella fase preliminare, hanno consentito di svelare un complesso, quanto redditizio – si stima che in totale il giro di affari legato alle sole emissioni di false fatture ammonterebbe a diversi milioni di euro – meccanismo fraudolento incentrato su una vera e propria “vendita di denaro” da parte di alcuni degli indagati che consentiva da un lato di poter camuffare dei prestiti di tipo usuraio o delle vere e proprie estorsioni e dall’altro di lucrare sul fisco o sullo sfruttamento di manodopera in nero.

Il giro di affari, in circa un anno di indagini, ha consentito di documentare prelievi per circa 7 milioni di euro.

Il gruppo era in grado di accumulare ingenti capitali in contanti tanto da avere difficoltà nel reperire luoghi sicuri dove poter nascondere il danaro.

Le operazioni hanno visto impegnati decine di poliziotti, anche della Squadra Mobile di Pavia, che hanno dato esecuzione, oltre a provvedimenti restrittivi, a perquisizioni ed al sequestro preventivo di somme di denaro presenti sui conti correnti di alcuni degli indagati.

Dieci gli indagati, tre portati in carcere, altri quattro sottoposti agli arresti domiciliari e uno sottoposto alla misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.