Si stima che un cospicuo numero di condomini soffrirà le conseguenze della crisi energetica, trovandosi a pagare bollette dell’elettricità e del gas di importo notevolmente superiore a quelle precedenti.
A volte decine di volte superiore, se ne parla da giugno e l’ANAPIC ha lanciato l’allarme da tempo, chiedendo interventi al Governo con numerosi appelli pubblicati da testate importanti e di settore .
Il fenomeno è noto ed è superfluo soffermarsi su di esso citando numeri e previsioni di cui tutti, ormai, sono a conoscenza.
In una nota la presidente ANAPIC Lucia Rizzi afferma: “Venendo alle soluzioni, quella che capita più frequentemente di sentire proporre è la rateizzazione o la sospensione dei pagamenti.
Non appare tuttavia una soluzione appagante.
Se si parla di rateizzazione, ci si avvia su una strada difficile di cui non conosciamo la tempistica, (quanto durerà la crisi ?), e quante saranno le rate? E’ facile immaginare che potrebbero esserci proroghe o riprogrammazione delle dilazioni concesse. In secondo luogo, è facile immaginare che le rate non saranno limitate al capitale “puro” ma saranno gravate di interessi, rivalutazione, o interessi e rivalutazione... e più dura la crisi più il conto sarà salato. Questo è un classico problema dei contratti a prestazioni continuate o periodiche come la somministrazione, alle bollette in ipotesi rateizzate si aggiungeranno quelle emesse nei prossimi mesi, con effetto domino per cui, per saldare le bollette pregresse, si creerà una morosità su quelle presenti e future.
Se si parla invece di sospensione – il che sembra improbabile da ottenere – si pone il problema dell’accumulo: a un certo punto le bollette andranno pur pagate e non si sa a quanto ammonterà il totale complessivo, gravato, probabilmente e ancora una volta, di interessi e rivalutazione.
Pare allora opportuno ricordare che esiste la composizione amichevole della crisi – legge 3/12 – applicabile de plano ai condomini e stabili in quanto parificati ai consumatori e applicabile senza dubbio al caso di specie poiché un debito generato da una crisi internazionale è senza dubbio un debito incolpevole.
Finora, questo istituto è stato poco applicato ai condomini per varie ragioni.
Esso tuttavia consente, previo assolvimento degli oneri di legge e previa valutazione da parte del Tribunale, di risolvere i casi di sovraindebitamento mettendo a disposizione i beni individuati sottraendoli a lunghe, costose e spesso inutili procedure, di evitare il levitare del debito e, a certe condizioni, persino di ridurre l’ammontare dello stesso.
Nel mentre si auspica che le istituzioni adottino le misure opportune, non si può che spronare i professionisti - amministratori, commercialisti, avvocati – a studiare insieme come meglio sfruttare questo strumento, apportando così il loro contributo indispensabile e decisivo alla soluzione di un problema che affligge e si teme ancor più affliggerà il paese intero" conclude la Rizzi nella nota.
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