Al termine di lunghe e articolate indagini che hanno interessato anche la Germania e la repubblica Ceca, i carabinieri del gruppo di Tutela Ambientale di Milano hanno eseguito oggi diciotto misure cautelari nei confronti di altrettante persone, accusate a varoi titolo di traffico illecito di rifiuti speciali, autoriciclaggio, riciclaggio ed emissione di fatture false per operazioni inesistenti.
Vorticoso il giro di denaro al centro del supposto illecito: tra il 2020 ed il 2021 ben cento milioni di euro, ripulito attraverso società estere, con un reinvestimento di sessantacinque milioni di euro in attività illecite.
Delle diciotto persone che sono state raggiunte dalle ordinanze cautelari emesse dal Gip, sei sono state poste agli arresti in carcere, otto ai domiciliari e quattro all'obbligo di dimora nel comune di residenza.
A pilotare il traffico illecito di materiale ferroso sarebbe stato, secondo gli inquirenti, un cinquantaseienne originario di Locri in provincia di Reggio Calabria, titolare di imprese italiane e straniere specializzate nel trattamento dei rifiuti speciali, ferrosi in particolare.
Milano la sede legale della società referente, mentre a Cressa in provincia di Novara, a Paderno Dugnano e Dairago nel Milanese quelle effettivamente operative.
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