Dopo mesi di indagini, gli inquirenti sarebbero riusciti a dare un volto ed un nome all'omicida del marocchino di 53 anni, trovato semi sepolto in una stradina campestre tra la caserma dei carabinieri di Desio e l'ex carcere poco distante.
Il cadavere era stato rinvenuto a fine agosto dell'anno scorso e subito erano iniziate le indagini da parte dei carabinieri coordinati dalla Procura di Monza.
Indagini difficili, perchè si doveva dare anzitutto una identità alla vittima e poi cercare di risalire al responsabile del fatto.
A dare una mano ci ha pensato un conoscente della vittima, anche lui marocchino; le tracce lasciate sul luogo del ritrovamento del cadavere hanno portato all'ex carcere poco distante, dove si sarebbe consumato il delitto; su un tubo in gomma, probabilmente utilizzato per strangolare la vittima, altri reperti utili per risalire all'identità del colpevole, un trentacinquenne marocchino.
Grazie agli indizi raccolti, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Monza ha emesso l'ordinanza cautelare che ha portato in carcere il presunto omicida, ora a disposizione dei magistrati.
Da chiarire ancora il movente del delitto.
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