Nell’ambito delle iniziative riguardanti il '25 aprile', l'Istituto lodigiano per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea (Ilsreco) e l'Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti (Aned), con la collaborazione dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Lodi, propongono un approfondimento sulla Repubblica Sociale Italiana e sull’impatto che questa ebbe nella vita delle persone comuni del territorio, in particolare dei giovani che dopo l’8 settembre 1943 furono forzati all’arruolamento, e anche dei loro familiari, che furono vittime di intimidazioni e violenze.
L’evento – in programma domani, mercoledì 3 maggio, alle 21.00, nella sala Granata della biblioteca comunale Laudense – ha per titolo 'Macrostoria e microstoria: la Repubblica Sociale Italiana e il soldato Giuseppe Antonietti'; vi parteciperanno per Ilsreco Laura Coci ed Ercole Ongaro.
Nel quadro dei venti mesi più angosciosi della storia d’Italia, segnati da sangue e morte, si pone la vicenda del liceale Giuseppe Antonietti (nato a Landriano, nel Pavese, nel 1925, vissuto poi a San Colombano al Lambro) che nel febbraio 1944 è inquadrato nella Divisione Monterosa in seguito all’arresto della madre, trattenuta nella locale caserma dei Carabinieri e costretta a firmare una dichiarazione d’impegno affinché il primogenito si consegni al distretto militare.
Ed ecco, in sequenza, l’addestramento in Germania e il rientro in Italia, dapprima in Liguria, quindi al fronte, nella guerra bianca sulle Alpi cuneesi, fino ai giorni convulsi di fine aprile 1945, con lo sfaldamento dell’esercito di Mussolini e l’avventuroso ritorno a casa.
Una storia che da personale assume carattere di esemplarità, con l’acquisizione di consapevolezza che porta il soldato Antonietti al disgusto per il fascismo e al rifiuto della violenza, in ogni sua forma, all’aiuto degli altri, nella professione pubblica e nella vita privata.
La storia del soldato Giuseppe Antonietti è protagonista del Quaderno Ilsreco 38, di Laura Coci, ed è ripercorsa attraverso lettere e documenti custoditi grazie alla cura amorevole della componente femminile della sua famiglia; rappresenta una testimonianza della complessità del rapporto tra la grande storia e le vicende individuali, tra l’immensa tragedia della dittatura, della guerra, dell’occupazione e le esistenze delle piccole persone che vi sono, loro malgrado, coinvolte.
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