“Anche quest’anno non è possibile riempire il bacino del Lario: nonostante le ultime precipitazioni, mancheranno comunque all’appello decine di milioni di metri cubi d’acqua a causa dei ritardi nei lavori per la realizzazione delle paratie del lungolago di Como”.
Così Alessandro Rota, presidente della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza, sulla situazione del lago dopo le piogge.
Con le precipitazioni delle scorse settimane il livello idrometrico del Lario è arrivato a 88 centimetri, con oltre il 75% di riempimento. Ma anche nel 2023 non si arriverà a raccogliere il cento per cento di una risorsa sempre più importante alla luce dei cambiamenti climatici che stanno portando a concentrare la pioggia in pochi periodi dell’anno e ad allungare invece le stagioni siccitose.
“Il limite di regolazione del lago – precisa il presidente Rota – è di un metro e 30, ma da decenni questo livello è solo un miraggio visti i ritardi dei cantieri anti esondazioni di piazza Cavour a Como che impediscono il corretto riempimento all’ente regolatore. Se fosse stato possibile in queste settimane utilizzare appieno il lago, avremmo avuto a disposizione una maggiore scorta di risorsa idrica importantissima per l’agricoltura e la conseguente produzione delle nostre eccellenze agroalimentari, oltre che per gli ecosistemi e la protezione dei territori lungo l’Adda. E’ una situazione che coinvolge buona parte della pianura lombarda: oltre a Milanese e Lodigiano anche Bergamasca, Cremonese e una porzione di territorio pavese”.
Era il 1987 quando si cominciò a parlare di paratie per difendere Como dall’acqua alta – ricorda la Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza -. I lavori iniziarono nel gennaio del 2008 e dopo un lungo stop sono ripresi solo nel 2020 sotto l’impulso di Regione Lombardia, che ne prevede la conclusione nel primo trimestre del 2024.
“I ritardi – conclude Alessandro Rota – sono costati parecchio all’agricoltura e anche quest’anno, nonostante le percentuali di riempimento del lago più alte rispetto al 2022, i campi dovranno rinunciare ancora a volumi consistenti di acqua in una delle aree più importanti per il Made in Italy agroalimentare. Per il 2024 il problema lungolago dovrà essere risolto definitivamente”.
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