Con l'ordinanza firmata ieri dal presidente Attilio Fontana, Regione Lombardia mette in campo una serie di misure per prevenire la diffusione della Peste Suina Africana (PSA), a difesa del più importante patrimonio suinicolo italiano.
"Si tratta - commenta l'assessore regionale, Alessandro Beduschi - di un atto che recepisce le ultime normative comunitarie e nazionali, grazie al lavoro a stretto contatto con il Commissario nazionale all'emergenza Vincenzo Caputo, con il preciso scopo di evitare il dilagare della malattia, oggi ai confini tra Piemonte e provincia di Pavia, che potrebbe mettere a rischio un settore che vale 1,2 miliardi di euro".
In Lombardia si allevano oltre 4,5 milioni di suini in più di 2700 aziende. "Se il problema va contenuto a partire dall'Oltrepò pavese - prosegue Beduschi - è chiaro che l'attenzione è massima nelle province orientali della regione, dove si concentrano le aziende più grandi e il 77% dei capi allevati in Lombardia. Questo territorio alimenta una delle filiere più importanti per il comparto agroalimentare nazionale ed è il vero cuore produttivo di alcune delle specialità DOP e IGP più famose al mondo".
Le province di Brescia (766 allevamenti e 31% di quota produttiva), Mantova (463 allevamenti, 25% quota produttiva) e Cremona (363 allevamenti e 20% quota produttiva) rappresentano il più importante distretto suinicolo nazionale. Un restante 21% della produzione suinicola lombarda si concentra nelle province di Lodi, Bergamo e Pavia.
Nei prossimi giorni, inoltre, aprirà il bando regionale per interventi sulla biosicurezza, che mette a disposizione 2,2 milioni di euro per l'acquisto di recinzioni come opera di prevenzione dai cinghiali, possibili vettori di contagio, per gli allevamenti suinicoli.
"Da qui - precisa l'assessore Beduschi - si allevano i suini destinati non solo al consumo di carne, ma anche alla produzione di salumi DOP e IGP il cui valore supera i 300 milioni di euro ed è secondo solo a quello dell'Emilia-Romagna. In Lombardia si producono straordinarie specialità di nicchia, ma anche alcuni dei salumi di più largo consumo come Coppa di Parma, Cotechino Modena, Mortadella Bologna e Zampone di Modena. Anche le cosce con cui si realizzano il prosciutto di Parma e quello di San Daniele provengono per gran parte dai nostri allevamenti".
"Si comprende bene - conclude Beduschi - quale danno potrebbe innescare la diffusione della PSA e quindi quanto sia alta la guardia".
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