Nell'ambito di normali controlli, la Squadra Volante della Questura di Pavia si recava in via Tasso verificare che un uomo sottoposto al regime della detenzione domiciliare fosse realmente in casa.
Assente, invece, dall'abitazione, l'uomo - contattato telefonicamente - riferiva agli agenti di trovarsi al Pronto Soccorso; qui però gli agenti, per la seconda volta, non lo trovavano.
Il giorno successivo il soggetto inviava agli uffici della Questura la documentazione sanitaria attestante l’accesso al Pronto Soccorso, ma i controlli in ospedale facevano emergere la modifica dell’effettivo orario di ingresso e di uscita dal Pronto Soccorso.
Avvisato dalla Questura, il Magistrato di Sorveglianza decideva per l'aggravamento della pena e il relativo passaggio dagli arresti domiciliari al carcere.
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