Era in carcere per altri reati ed è lì che i poliziotti della Digos di Brescia coordinati dalla Direzione centrale della polizia di prevenzione, gli hanno notificato l’ordine di custodia cautelare per l’attentato del 2015.
Il 18 dicembre del 2015 l’uomo, legato ai movimenti anarco-insurrezionalisti, aveva collocato un ordigno esplosivo rudimentale davanti alla Scuola di Polizia del capoluogo lombardo.
La bomba era stata prodotta utilizzando idrocarburi e polvere pirica contenuti in una pentola a pressione.
L’esplosione, che non aveva causato vittime, era stata rivendicata con un documento firmato da un gruppo autoproclamatosi “Cellula Anarchica Acca”.
Il documento era stato ricondotto all’area anarchica che a partire dal 2014 aveva compiuto una serie di attentati in Italia e all’estero anche per solidarietà con altri detenuti appartenenti all’area anarchica; per lessico e semantica inoltre la rivendicazione era stata collegata dagli investigatori direttamente all’anarchico arrestato oggi.
Le nuove tecnologie in possesso alla Polizia scientifica hanno poi permesso ulteriori rilievi sul materiale a suo tempo sequestrato, permettendo di trovare su uno zaino utilizzato per contenere la bomba artigianale un profilo genetico compatibile con quello dell’uomo.
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