Il triage è il primo momento di accoglienza delle persone che arrivano in Pronto Soccorso ed è una funzione infermieristica che gioca un ruolo centrale nella gestione del paziente e dei suoi accompagnatori.
Riconoscendo queste prerogative, l’ASST di Lodi ha voluto investire nella professionalizzazione degli operatori che, attraverso una formazione specifica, basata sulla metodologia del problem solving e attraverso l’esperienza quotidiana in area critica, hanno appreso il corretto processo metodologico decisionale per il triage intraospedaliero accompagnandolo con una comunicazione bidirezionale, adeguata, valida e condivisa. Si supera in questo modo la tradizionale concezione del triage come momento dedicato quasi esclusivamente alla rilevazione dei parametri di base e alla stesura del documento di accesso. Oggi i professionisti sanitari ricoprono un ruolo più complesso e di responsabilità orientato ai nuovi bisogni di salute della popolazione.
Nei Pronto Soccorso di Lodi e Codogno, diretti da Stefano Paglia, il tempo di attesa dei pazienti si trasforma in tempo assistito, implementando percorsi di presa in carico infermieristica attuabili in triage e proposti come percorsi assistenziali di diagnosi e cura inseriti in appositi protocolli, in funzione della sintomatologia/condizione clinica della persona assistita che accede al PS. Ad oggi il gruppo di lavoro dei triagisti di Lodi e Codogno può applicare 4 protocolli di presa in carico infermieristica: dolore toracico, dolore addominale, analgesia e trauma minore facilitando così la gestione di particolari situazioni clinico assistenziali e riducendo sensibilmente il tempo di permanenza della persona assistita in PS.
Un’attenzione particolare è riservata ai soggetti fragili o vulnerabili verso i quali le evidenze scientifiche più recenti impongono soluzioni anche organizzative che rispondano alle attuali esigenze dei contesti operativi, nel rispetto della sicurezza delle cure. A minori, over 75 anni, persone con patologie psichiatriche, soggetti in situazione di emarginazione sociale, portatori di handicap viene assegnata una priorità di accesso mediante il Codice Argento e a parità di codice numerico, tali soggetti saranno avviati prima in sala visita. Prosegue il percorso preferenziale dedicato alle vittime di genere mediante l’associazione del Codice Viola che identifica questi soggetti come particolarmente evolutivi e delicati.
Per permettere ai parenti di sentirsi vicini ai loro cari per i Pronto Soccorso di Lodi e Codogno è stato attivato un servizio di messaggistica, che mediante un sms aggiorna in tempo reale tutti i spostamenti del paziente, gli esami che vengono richiesti ed inoltre offre la possibilità al medico di utilizzare questo canale per scrivere e comunicare direttamente con il famigliare o accompagnatore.
“Con questa soluzione cerchiamo di alleviare l’ansia e lo stress di chi è in attesa lontano dal proprio caro tenendo in grande conto anche la loro sfera emozionale e lo stato di sofferenza psicologica in cui si trovano”, commenta Donatella Vasaturo, Direttore delle Professioni Sanitarie e Socio Sanitarie della ASST.
“Uno dei bisogni fondamentali della persona che richiede aiuto è quello di essere capito, non solo nel senso clinico e diagnostico, ma anche relazionale. Personalizzare l'assistenza risponde a un bisogno del paziente ed entrare in relazione con quest'ultimo significa per noi averne una visione olistica – aggiunge Eni Bardhi, referente aziendale dei triage di Lodi e Codogno –. Siamo riusciti, grazie alla disponibilità della Direzione delle Professioni Socio Sanitarie e alla sensibilità della Direzione Generale e ai due formatori regionali Deborah Sarina e Ferruccio Marconi, ad applicare questa nuova modalità accolta con entusiasmo dai nostri colleghi dei Pronto Soccorso che hanno creduto nella fattibilità del progetto ed hanno aderito mettendo in campo le proprie capacità professionali ed umane”.
“Al mio arrivo alla guida dell’ASST di Lodi ho trovato un Pronto Soccorso ben organizzato, sostenuto da un buon lavoro di squadra del personale medico e infermieristico. Stiamo lavorando per dare risposte sempre più efficaci per i cittadini, soprattutto in un momento come quello della stagione invernale in cui gli accessi in PS aumentano. Il nostro obbiettivo è rendere i nostri Pronto Soccorso ambienti più confortevoli e meno stressogeni attuando un corretto approccio valutativo, avviare in tempi rapidi il percorso di cura attraverso una adeguata presa in carico della persona sia come paziente che come soggetto che vive un momento difficile – dichiara il Direttore Generale Guido Grignaffini -. L’accesso di una persona in Pronto Soccorso, specie quando le motivazioni appaiano clinicamente rilevanti, è intrinsecamente carica di preoccupazione, ansia, timori e si accompagna a un livello elevato di aspettative nei confronti degli operatori, rispetto alla possibilità di ricevere risposte rapide, puntuali, quanto più possibile esaustive. Questi aspetti sono veri per chi si trova nella condizione di essere paziente, ma anche per chi lo accompagna”.
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