È ormai alle porte la stagione di semina del pomodoro da destinare a pelati, polpe, passate, concentrati e sughi pronti, ma la mancanza di un accordo sul prezzo per la campagna 2024 lascia i produttori nella più totale incertezza.
È quanto afferma Coldiretti Lombardia nel sottolineare che, al momento, non è ancora stata trovata un’intesa su quanto l’industria dovrà riconoscere agli agricoltori e sulle griglie di qualità.
“È urgente arrivare a definire quanto prima un contratto quadro – afferma Gianfranco Comincioli, presidente di Coldiretti Lombardia – con un prezzo di riferimento che sia giustamente remunerativo per le imprese agricole, secondo quanto previsto dalla normativa sulle pratiche sleali”.
La mancanza di un accordo non permette di affrontare con la giusta programmazione la nuova stagione, con gli agricoltori che devono già fare i conti con gli elevati costi di produzione e le incognite climatiche.
Tutto questo mentre alle frontiere si assiste a un continuo aumento delle importazioni di concentrato di pomodoro cinese, non solo a livello nazionale ma ora anche negli altri Paesi dell'Unione Europea dove, nel complesso, in un anno sono praticamente raddoppiate.
Secondo Coldiretti, per informare correttamente l'acquirente, sarebbe necessario che venga esteso a livello europeo l’obbligo di indicare l’origine del pomodoro, oltre che adottare il principio di reciprocità delle regole dell'Unione anche per i prodotti importati.
A rischio c’è un settore che in Lombardia produce circa 600 milioni di chili di prodotto ogni anno, coltivato su circa 8 mila ettari concentrati per oltre il 70% nelle province di Mantova e Cremona.
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