“L’assessore regionale Alessandro Beduschi ci ha comunicato ieri che la situazione della peste suina africana è in continua e inesorabile evoluzione, ma che Regione Lombardia ha tutte le carte in regola per affrontarla, dal momento che sta facendo un ottimo lavoro di prevenzione e di contenimento, che tutti gli allevamenti sono sicuri, che ci sono i bandi per la biosicurezza e che tutti stanno lavorando molto bene, ma noi non ci sentiamo affatto rassicurati, perché in realtà la Regione è in forte ritardo e, nonostante i numerosi segnali di allarme, non accenna ad affrettare il passo”: è quanto afferma la consigliera regionale del Pd Roberta Vallacchi all’indomani della seduta della commissione Agricoltura a cui ha partecipato, da remoto, l’assessore Alessandro Beduschi, per un aggiornamento in merito alla diffusione della PSA in Lombardia e all’efficacia delle azioni messe in atto.
“Innanzitutto – sottolinea Vallacchi – ci troviamo di fronte a un problema enorme che non può essere affrontato dal solo assessorato all’Agricoltura, ma, trattandosi di un virus altamente contagioso, dovrebbe coinvolgere, in primis, l’assessorato alla Sanità e poi, per le drammatiche implicazioni economiche che si stanno riversando su uno dei settori più importanti per l’intero paese, anche l’assessorato allo Sviluppo economico”.
“Abbiamo poi ancora una volta ribadito all’assessore che è necessario conoscere i dati sull’abbattimento dei cinghiali e sul numero dei capi trovati infetti – aggiunge la consigliera – ci aspettavamo di ascoltarli ieri e ci auguriamo di conoscerli al più presto”.
“I bandi per finanziare le misure di biosicurezza, poi, a oltre due anni dal primo capo trovato infetto ‘Ovada gennaio 2022’ sono stati soltanto due – prosegue Vallacchi – il primo ha riguardato solo pochissime aziende, 38, perché era riservato a una zona ristretta, mente il secondo si è appena chiuso e le aziende ammesse dovranno aspettare il mese di dicembre per vedere i primi finanziamenti, dopo quasi tre anni dallo scoppio dell’epidemia... La vera prevenzione non si fa così, ma intervenendo tempestivamente e permettendo a tutti di accedere alle misure di biosicurezza”.
“Quanto ai Got – sottolinea - i Gruppi operativi territoriali che inizialmente dovevano essere suddivisi per provincia e in seguito dovevano essere accorpati in un solo organismo regionale, scopriamo oggi che saranno invece accorpati ai distretti suinicoli che però ancora non esistono! Altro che task force e altro che regione apripista nella lotta alla pandemia!”.
“Molte misure di sicurezza sono ancora insufficienti – aggiunge – è fondamentale, per esempio, individuare le zone a rischio e indicarle in modo efficace, attraverso una capillare operazione di informazione e cartellonistica segnaletica e i cosiddetti ‘pascoli vaganti’, pericolosissimi, dovrebbero essere vietati in tutte le zone e non solo in quelle considerate più a rischio”.
“In sostanza, Regione Lombardia è ancora in estremo ritardo su troppi fronti, a partire da quello, fondamentale, della prevenzione” conclude Vallacchi.
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