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AL 'CANOSSA' SI PROVA IL MONDO DEL LAVORO

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Martedì 09 Luglio 2024

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Con la prima parte del contributo arrivato dal progetto TiLab hanno costruito un laboratorio di disegno Cad e disegno meccanico, che è stato integrato con monitor interattivo, stampante 3D e macchina per il taglio laser.

Una copia esatta di uno spazio di lavoro reale, dove gli allievi riescano ad apprendere al meglio e possano abituarsi a vivere come quando saranno all’opera in un’azienda.

Una scelta determinata dall’approccio del Cfp San Giuseppe – Canossa di Lodi, che si trova in via XX Settembre ed è guidato da Daniele Primavesi.

“Riteniamo che i laboratori non debbano essere aule di teoria con macchinari specifici, ma ambienti formativi e stimolanti, che aiutino a fare da ponte con il mondo del lavoro che i ragazzi andranno ad incontrare” spiega il dirigente.

“È la nostra strategia per far vivere all’allievo un’esperienza che rispetti la sua dignità e favorisca la sua autostima. Ma anche una decisione di coerenza: questo edificio ospitava appartamenti; la nostra ambizione è stata quella di renderlo un luogo bello e piacevole, dove i ragazzi possano sentirsi bene come quando sono a casa”.

Investire per costruire spazi che sollecitino le capacità creative dei ragazzi: secondo Primavesi è questo il merito del progetto TiLab, che coinvolge sei Cfp e Iefp del Lodigiano, vuole valorizzare la formazione professionale attraverso la sintesi tra teoria e pratica ed è finanziato da Fondazione Cariplo e Regione Lombardia.

“Una formazione seria deve modificarsi e inseguire i cambiamenti della storia – aggiunge il dirigente -, formare giovani che si possano inserire a pieno titolo in una realtà esterna in continuo mutamento. Scegliere un corso di formazione professionale non esautora l’allievo dal pensare e dal continuare ad imparare. I ragazzi devono percepire che ciò che fanno risponde a una committenza e a una richiesta seria che viene dall’esterno. Per questo abbiamo siglato accordi sia con piccole e medie imprese che con grandi aziende: proprio per fare in modo che i ragazzi possano impegnarsi in modo serio”.

Un esempio? Per il corso di logistica, il Cfp San Giuseppe – Canossa ha avviato una partnership con il Centro di raccolta solidale di Lodi.

“Una volta al mese chiediamo ai ragazzi di raccogliere le donazioni, distribuirle, curare il confezionamento, preparare le bolle di accompagnamento e occuparsi della consegna – racconta Primavesi -. In questo modo cominciano a capire che quello che movimentano ha un oggettivo valore sociale ed etico”.

In questa prospettiva, il digitale è una sfida chiave per la formazione professionale, ma occorre anche lavorare sui ragazzi, far ritrovare loro equilibrio: “Spesso sono in preda alle emozioni che li trascinano, ma a guidarli dovrebbe essere l’anima. Oppure sono sollecitati dall’esterno, magari dai genitori, che proiettano sui figli il proprio romanzo formativo e si augurano che riescano in ciò in cui loro hanno fallito, anche se sono persone diverse e il mondo è cambiato”.

A contare sono le esperienze e la conoscenza di sé, che si sviluppano anche nei Cfp lodigiani: “Gli imprenditori spesso prendono i ragazzi dopo il tirocinio non per quello che sanno fare, ma perché hanno bisogno di una persona curiosa, capace di imparare, flessibile e responsabile”. Soft skills che il progetto TiLab promuove con costanza.

 

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