I meccanici sono molto richiesti e più in generale il 75 per cento dei ragazzi che escono dall’IIS Volta di Lodi trova un impiego entro due anni.

In alcuni settori come l’elettrotecnica, anzi, le aziende chiedono l’elenco dei diplomati prima ancora che abbiano sostenuto l’esame di maturità, perché rispetto alla domanda l’offerta è scarsa.

Numeri che fanno pensare, e confermano come oggi una formazione pratica possa fare la differenza in termini di occupazione.

Ne è convinto anche Giancarlo Silvestri, vicepreside dell’IIS Volta di Lodi, uno degli istituti che ha aderito alla rete del progetto TiLab, che è promosso da Regione Lombardia e Fondazione Cariplo e raccoglie sei tra CFP e IeFP del territorio, con l’obiettivo di potenziare nel Lodigiano l’offerta della formazione professionale e di abbattere i pregiudizi che la riguardano.

Con 1500 allievi (oltre ai 150 del serale), i corsi di indirizzo meccanico, elettrotecnico e informatico sono un’opportunità per trovare spazio dentro il mondo del lavoro. Anche grazie alla nascita del progetto TiLab.

“È un progetto estremamente interessante perché offre possibilità di sviluppo su percorsi professionali per i ragazzi che seguono corsi di studio più brevi – spiega Silvestri -. La didattica nei corsi professionali è calibrata in modo razionale e concreto e mira a dare ai ragazzi competenze trasversali”.

Com’è cambiato il mondo della formazione professionale in questi ultimi anni?

“In Italia si ritiene che la formazione professionale sia scadente o riservata a chi non ha voglia di studiare. In realtà il mondo del lavoro vive una ricerca incessante di professionalità. Forniamo competenze di base con cui i ragazzi possono entrare in ambito lavorativo. Vogliamo dare agli allievi una prospettiva di impegno scolastico limitato ma allo stesso tempo molto qualificante. Dobbiamo aiutare le scuole a offrire percorsi diversi ma anche attrattivi, affinché per i ragazzi non ci sia lo spauracchio di dover studiare per cinque anni, ma si debba farlo solo per tre o quattro e sentirsi comunque appagati e competenti”.

Secondo voi perché un ragazzo dovrebbe decidere di intraprendere un indirizzo professionale tecnico?

“La scuola italiana ha una tradizione umanistica e spesso si esalta la formazione del liceo come quella più elevata, mentre le altre scuole professionali avrebbero solo formazione tecnica e secondaria. Noi come IIS Volta ospitiamo corsi di Regione Lombardia e abbiamo verificato quanto sia utile una competenza tecnica. Perché se è vero che serve una formazione umanistica, è altrettanto fondamentale essere in grado di progettare, lavorare e muoversi nel mondo della tecnica”.

Quali sono i vantaggi di questa scelta?

“I vantaggi non consistono solo nel fatto che si sta a scuola meno tempo, ma anche negli sbocchi lavorativi e nella concretizzazione delle proprie esperienze scolastiche. Si tratta di riuscire a impegnarsi e mettersi in connessione con il mondo del lavoro. Offriamo agli allievi competenze razionali concrete spendibili nell’immediato a livello lavorativo. Ma per riuscirci occorre lavorare dal punto di vista dell’orientamento, soprattutto a livello di scuola di primo grado o secondaria di primo grado. L’orientamento può presentare i percorsi scolastici con la stessa importanza, percorsi diversi con strade diverse, tra i quali quello professionale conduce spesso dopo tre o quattro anni ad ottenere un’occupazione stabile”.

Facciamo un appello ai giovanissimi?

“Optare per la formazione tecnica come qualcosa di estremamente formativo è una scelta lungimirante. Non prevede un percorso accademico, ma la formazione tecnica apre mille orizzonti per la preparazione mentale e per un’eventuale ricerca di impiego. Bisogna fare questa scelta non come qualcosa di secondario ma come un percorso che aiuterà a crescere”.