Domenica mattina dalle 10 alle 12.30, in piazza della Vittoria angolo corso Roma a Lodi, sarà possibile firmare a sostegno del referendum per l’abrogazione della legge n. 86 che prevede l’autonomia differenziata per le Regioni a statuto ordinario su oltre 20 materie, tra cui sanità, istruzione, infrastrutture, ambiente, governo del territorio, sicurezza sul lavoro e molte altre.

L'iniziativa lodigiana è organizzata dal Partito Democratico.

La raccolta di firme - indetta dai partiti di opposizione al governo Meloni, tra i quali il Pd - ha già raggiunto quota 500.000 nel giro di pochi giorni, segno che questa legge, voluta dal ministro Calderoli, secondo gli organizzatori, non piace agli italiani. E i motivi sono tanti.

“Nessuna paura ad investire sull’autonomia. Da questo punto di vista la mia storia parla per me. Ma contestiamo i contenuti del ddl Calderoli e il rischio, assai concreto di aumento delle diseguaglianze territoriali. Insieme all’assenza di chiare previsioni finanziarie e di garanzia di universalità di standard garantiti di prestazioni. Le nostre – ha dichiarato in proposito Lorenzo Guerini, parlamentare del Partito Democratico - non sono critiche isolate ma si associano a quelle espresse dalle istituzioni indipendenti nazionali ed europee, da diversi esponenti dell’economia, della finanza, del diritto. E soprattutto non dimentichiamo le preoccupazioni dei cittadini che, non a caso, stanno firmando per il referendum. Per questo domenica sarò ai banchetti a  Lodi per firmare anch’io”.

“Non ho mai visto un’affluenza così numerosa e convinta come a questa raccolta firme” ha osservato Andrea Ferrari, segretario provinciale del PD; “questa legge - ha proseguito - è stata concepita male ed è un altro tassello alla deriva autoritaria che questo governo sta imponendo al Paese. Gli italiani sono preoccupati per questo stato di cose, per una sanità che funziona ovunque sempre peggio, per una crescente limitazione della libertà di stampa, e a tutto questo si aggiunge con questa legge la paura di un aumento delle disuguaglianze sociali e dei servizi tra i territori del nostro Paese. Ogni regione avrà la propria autonomia sulla scuola, sulla formazione: avremo 21 politiche all’istruzione diverse? Follia”.

Una paura legittima visto che questa legge non prevede alcun finanziamento e “solo” un trasferimento di competenze: con che risorse possono dunque migliorare i servizi sanitari, le scuole, il lavoro?

Roberta Vallacchi, consigliera regionale del PD, ha rilevato, invece, come “l’approvazione della cosiddetta autonomia sia una pessima notizia per le conseguenze dirette sui nostri territori. Il presidente Fontana ha già detto che chiederà più poteri sulla sanità e sull’ambiente, una prospettiva che fa tremare i polsi, perché da un lato l’obiettivo è privatizzare ancora di più la sanità, dall’altro si punta a ridurre in cenere il Green Deal, visto che i negazionisti a destra non sono pochi. E poi dimostra di non conoscere bene la legge Calderoli: nulla accadrà prima di 12 o 18 mesi, sempre che il Governo trovi i soldi necessari. La norma è chiara: per le materie interessate dai livelli essenziali di prestazioni, come sanità e ambiente, occorrono decreti attuativi per i quali ci vorranno tempo e risorse per garantire una base uguale per tutte le regioni. Ma pure per le altre materie poco cambia: non si può pensare che la frammentazione del commercio con l’estero o della Protezione civile possano avvenire senza un coordinamento a livello centrale”.

“Invece di unire l’Italia in questo momento non facile – ha aggiunto il segretario del Circolo di Lodi Stefano Sordi – si persegue una divisione inutile e dannosa per gli italiani che rischia solo di generare confusione e moltiplicare la spesa dello Stato”

Per firmare contro la legge sull’autonomia differenziata è possibile recarsi ai banchetti, come quello di domenica mattina a Lodi, o firmare online, basta lo SPID (o la CIE) e pochi click.