Lo ha denunciato Assosuini, lo ribadiscono i consiglieri regionali del Pd: “Se la peste suina dovesse arrivare nel mantovano, a Brescia o a Cremona sarebbe un disastro colossale per un intero comparto e tutta la sua filiera, a cominciare dalle esportazioni”.
E Roberta Vallacchi, Matteo Piloni e Marco Carra non lo dicono da oggi: “Se oltre due anni e mezzo fa Regione Lombardia ci avesse ascoltato e si fosse attivata mettendo in campo degli interventi per bloccare la diffusione del virus, rilevato all’epoca in Piemonte, non saremmo arrivati a questo punto. Invece, la responsabilità del disastro economico di uno dei comparti di punta dell’economia lombarda è tutta in capo alla Giunta di centrodestra, che ha sempre fatto finta di niente e ha aspettato di intervenire negli ultimi tempi. Ormai, caro Fontana, il danno è fatto”.
Tra l’altro, i timori degli allevatori sulle ipotesi di diffusione della Peste suina africana stanno per diventare realtà proprio nella provincia di Cremona, come fa sapere Piloni: “La novità è che la peste suina è alle porte e ci saranno a breve degli elementi di restrizione. D’altra parte, non si può fare diversamente, considerato che da Palazzo Lombardia nessuno ha mosso mai un dito per fermare il contagio. Avevo portato in Commissione Agricoltura persino la proposta di appoggiarci al macello cremonese ProSus, affinché diventasse un punto di riferimento per la Regione. E la struttura si era messa a disposizione gratuitamente per gestire la situazione. Ma niente da fare: la disponibilità non è interessata né alla Giunta regionale, né al Ministero. E i risultati oggi sono sotto gli occhi di tutti”, incalza il consigliere Pd.
“I 18 focolai della Lombardia stanno danneggiando non solo gli allevamenti dove il virus ormai è presente, ma anche quelli vicini, che sono costretti a fermarsi perché il mercato non accetta i loro animali. Questo significa che per una questione di sicurezza alimentare e per tutelare i nostri cittadini, si mettono però a rischio non solo gli allevamenti, ma anche le aziende di trasformazione, prosciuttifici e salumifici, e il loro indotto, molto noti in Italia e all’estero, che in Lombardia hanno centinaia di dipendenti. E questo per aver totalmente sottovalutato una malattia che fa danno non solo ai maiali, ma, di riflesso, a una bella fetta di economia regionale. Fontana, Beduschi, Bertolaso qualche domanda dovrebbero farsela”, concludono Vallacchi, Piloni e Carra.
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