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CYBERTERRORISMO NEI CONTROLLI DELLA POLIZIA POSTALE

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Mercoledì 04 Gennaio 2017

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E' stato intenso anche nel corso del 2016 il lavoro svolto dagli esperti della Polizia Postale e delle Telecomunicazioni, soprattutto all'interno della rete internet.

L’intervento nella rete ha riguardato il contrasto della Pedopornografia online, con il centro specializzato che ha coordinato 576 indagini con l’arresto di 51 persone e la denuncia di 449. Le attività per scovare i pedofili nel darknet, caratterizzate dall’anonimizzazione delle connessioni, si sono svolte con la collaborazione di organismi di Polizia a livello internazionale e delle agenzie investigative estere con il supporto di Europol.

Sul fronte degli attacchi informatici alle infrastrutture critiche informatizzate di interesse nazionale il Centro ha gestito 831 attacchi, ha diramato 5262 alert per vulnerabilità e ha avuto 82 richieste di cooperazione nell’ambito della Rete 24-7 “High Tech Crime” del G7. Anche in questo ambito sono state diverse le collaborazioni per indagini internazionali.

Il phishing o la clonazione di carte di credito è stata soppiantata dalle più moderne tecniche di attacco denominate CEO fraud o BEC fraud. Le aziende subiscono attacchi mirati, che attraverso la sostituzione di persona e il social engineering, permettono ai delinquenti di disporre di ingenti somme di denaro verso conti correnti appositamente creati. Le indagini con organismi internazionali per contrastare il fenomeno hanno consentito di eseguire 259 arresti e di individuare circa 1.200 “muli” in Europa, mentre, anche grazie al supporto di istituti bancari, sono state individuate più di 800 transazioni bancarie fraudolente per un totale di 23 milioni di euro di cui 2 milioni recuperati.

Nell’ambito del cyberterrorismo gli investigatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni hanno concorso con altri organi di Polizia e di intelligence alla prevenzione e al contrasto dei fenomeni di eversione e terrorismo, sia a livello nazionale che internazionale, con il costante monitoraggio della Rete per individuare forme di proselitismo e segnali precoci di radicalizzazione online.

L’attività ha dato origine a una richiesta di espulsione, a due arresti e ad otto denunce mentre il monitoraggio di più di 400 mila spazi web ha permesso di trovarne più di 13 mila con contenuti illeciti.

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