Malgrado gli incendi delle ultime settimane, crescono ancora in Lombardia le aree destinate ai boschi.
Più del 50% del territorio risulta coperto di boschi e foreste, con il record lombardo per le province di Como e Lecco. Ma a livello nazionale l’import di legno straniero ha ormai superato i due terzi del fabbisogno. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto Ersaf sullo stato delle foreste che indica come la superficie regionale coperta da alberi sfiori ormai i 626mila ettari, contro meno di un milione di ettari di superficie coltivata.
Negli ultimi 50 anni la superficie forestale lombarda è, così, quasi raddoppiata, anche se è concentrata soprattutto sulla fascia centro-nord della regione: in pianura, boschi e foreste latitano.
Così, tra le province con la più alta incidenza di foreste, la vetta è di Lecco con il 52,7%, mentre nel Comasco si attesta al 50%. Seguono Varese (45,7%), Bergamo (41,8%), Sondrio (36%) e Brescia con il 35,7% che però esprime il valore assoluto maggiore con quasi 171mila ettari totali.
I boschi lombardi crescono molto più rapidamente rispetto ai tempi di gestione: ogni anno il loro volume aumenta di 3,1 milioni di metri cubi, ma se ne tagliano 551mila, meno del 20% della ricrescita nell’arco dei dodici mesi, una percentuale che è diminuita di quasi il 5% nell’ultimo anno.
Mediamente il 77% del prelievo di legname è destinato ad uso energetico, il 23% viene usato in falegnameria, per paleria o imballaggi e solo l’1% è scarto. Nei boschi ad accrescimento veloce si tagliano soprattutto robinia, castagno e faggio (387mila metri cubi), mentre in quelli con piantagioni d’alto fusto, i più tagliati sono l’abete rosso, il larice e l’abete bianco (163mila metri cubi).
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