Avevano scelto la stazione di Brescia per mettere in piedi la loro attività di spaccio di sostanze stupefacenti.
Una coppia di stranieri era al vertice dell’organizzazione nella quale risultano coinvolte altre 9 persone.
Oggi la chiusura della indagini con i provvedimenti cautelari eseguiti dalla Squadra mobile. Per 4 persone la magistratura ha disposto il carcere, per altre 4 gli arresti domiciliari e per una persona il divieto di dimora a Brescia; due persone sono state arrestate in flagranza in passato, e sono ancora in carcere.
Il gruppo spacciava ogni tipo di sostanza stupefacente dall'eroina alla cocaina soprattutto. Per cercare di nascondere i propri traffici gli spacciatori utilizzavano un linguaggio convenzionale per definire i diversi tipi di droga: il caffè, il latte, le caramelle, la nera, la bianca.
Per scongiurare le intercettazioni telefoniche i criminali usavano utenze cellulari intestate a persone diverse da loro e, in un caso, anche ad una persona deceduta; da qui il nome dell’Operazione: “48 morto che parla” dalla definizione della smorfia napoletana.
Nel seguire la pista del denaro, gli investigatori hanno accertato che la coppia a capo della banda inviava il denaro guadagnato con lo spaccio, ai propri familiari nel Paese di origine.
Almeno cento i consumatori di droga identificati dai poliziotti durante i servizi di appostamento nei pressi della stazione.
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