Stavano per entrare nel mercato illegale del commercio in nero i frutti di mare sequestrati dalla finanza.
Nell’ambito degli interventi volti alla tutela del territorio e dell’ambiente, i militari del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Napoli hanno sventato un serio pericolo per la salute pubblica, rinvenendo e sottoponendo a sequestro una tonnellata di frutti di mare non idonei al consumo umano, stoccati in un deposito allestito clandestinamente nell’hinterland puteolano.
Il prodotto, dal valore stimato di circa 20.000 euro, sarebbe stato destinato al mercato nero, con molta probabilità esercizi commerciali compiacenti.
Al termine di una mirata attività investigativa, i finanzieri hanno individuato, in località Monteruscello del comune di Pozzuoli, un deposito di frutti di mare, provvisto di impianto di stoccaggio e raffrescamento regolarmente funzionante.
Il prodotto ittico – una tonnellata circa di molluschi fra telline, ostriche, noci bianche, fasolari, cannolicchi e vongole, oltre ad altri 10 chili di datteri di mare, questi ultimi oggetto di divieto assoluto di pesca – era conservato, immerso in acqua di mare, nelle numerose vasche dell’impianto.
Grazie anche ai controlli congiunti effettuati dal personale tecnico-sanitario della A.S.L. Napoli 2 Nord, è stato possibile accertare che il deposito era sprovvisto delle necessarie autorizzazioni e che i molluschi non erano idonei al consumo umano in quanto sia raffrescati con acqua non sottoposta al previsto monitoraggio chimico-fisico e microbiologico, sia privi della documentazione di tracciabilità/rintracciabilità della filiera di pesca.
Pertanto, verificata la mancanza dei requisiti igienico-sanitari, e quindi il potenziale rischio per la salute pubblica, è seguito il sequestro di tutto il prodotto ittico illegalmente detenuto e dello stesso impianto di stoccaggio, mentre i responsabili sono stati denunciati, a piede libero, alla competente Autorità Giudiziaria.
I frutti di mare sequestrati, ancora vivi e vitali, sono stati successivamente trasportati, con l’ausilio di un mezzo navale del Corpo, al largo delle acque profonde del golfo di Napoli per essere distrutti mediante rigetto in mare.
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