Caldaie: mancano i controlli da parte degli enti incaricati, vale a dire le province.
A sollevare la questione a Lodi sono stati i rappesentanti dei manutentori e dei termoidraulici dell'Unione Artigiani e Imprese.
Nella sede dell'Unione in via Lago Maggiore si è svolto un incontro di formazione per manutentori ed installatori di impianti termici. Una trentina di addetti del settore hanno partecipato all'evento organizzato dal Centro Assistenza Impianti Termici, tenuto dall'operatrice Michela Bornati, che ha spiegato come compilare correttamente i moduli per la dichiarazione di avvenuta manutenzione sugli impianti termici.
Queste dichiarazioni, infatti, dal 2008 sono a carico dei mautentori, che le comunicano al Catasto Unico Regionale degli Impianti Termici o personalmente, o attraverso il Cait.
La complessità dei moduli e dei dati da inserire rende però ancora molto complesso per i manutentori assolvere l'obbligo, pertanto il Cait tiene saltuari incontri di approfondimento sul tema.
“Noi, come Centro assistenza, facciamo gli inserimenti per conto degli installatori – spiega Paolo Carrera, vicedirettore dell'Associazione artigiani di Brescia, che siede al tavolo regionale del settore Termoidraulico in rappresentanza di CasArtigiani -. Spesso, però, ci sono errori di interpretazione nelle norme e nelle dinamiche di inserimento, pertanto questi incontri sono sempre importanti per capire com'è la situazione sul territorio”.
A margine dell'incontro sono emerse anche alcune criticità in merito al tipo di informazioni da richiedere ai clienti: “La Regione pretende che l'installatore chieda i dati catastali o il codice fiscale – prosegue Carrera -. Molte volte i clienti la vedono come una violazione della privacy, oppure non hanno idea di cosa siano i dati catastali. Per non parlare della riscossione del contributo regionale: non dovrebbe essere una mansione di competenza dei manutentori”.
Un'altra criticità emersa è la mancanza di controlli da parte degli enti competenti: “Le norme ci sono, ma non c'è la volontà di farle applicare – conclude Carrera -. Purtroppo i controlli portati avanti dagli enti preposti sono ancora troppo pochi, spingendo molti a trascurare gli obblighi di manutenzione, con tutte le conseguenze che ne derivano in termini di inquinamento e sicurezza. I dati più aggiornati sono relativi al 2015: Province e Comuni dovrebbero controllare annualmente almeno il 5 per cento degli impianti; la Provincia di Brescia è risultata la migliore con l'1,7 per cento”.
“Con la situazione di incertezza sul futuro delle Province, i controlli sulla manutenzione non erano certo messi in primo piano – commenta anche Mauro Sangalli, segretario dell'Unione Artigiani -. Bisogna invece riprendere questo tema che per noi è fondamentale, magari con un tavolo ad hoc a livello provinciale e comunale”.
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