Dalle prime ore di questa mattina, a conclusione di una articolata e complessa attività d’indagine svolta dai Carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Milano e coordinata dalla Procura della Direzione distrettuale antimafia di Brescia, i carabinieri hanno arrestato due persone, tra cui Paolo Bonacina, 46enne amministratore unico della B&B di Torre Pallavicina.
Insieme a lui è finito ai domiciliari anche G.E., 60enne capo impianto della società “ARAL s.p.a” di Castelceriolo (partecipata al 100% dalla Provincia di Alessandria), mentre D.S., 63enne broker della società “Ecosavona spa” è stato colpito dal divieto temporaneo totale di esercitare uffici direttivi per 12 mesi.
Secondo gli inquirenti centomila tonnellate di rifiuti napoletani sono stati smaltiti in Lombardia.
I tre, infatti, erano membri di un’articolata joint venture tra aziende private e pubbliche, che di fatto hanno invertito il senso della rotta illegale dei rifiuti, portando a smaltimento in Lombardia e Piemonte circa 100mila tonnellate di ecoballe provenienti dalla Campania.
L’indagine ha avuto avvio nell’ottobre del 2014 dopo l’incendio sviluppatosi all’interno del capannone di una società di Rezzato. L’intervento dei Carabinieri dei Noe di Brescia e Milano e l’analisi delle prime risultanze investigative avevano fin da subito fatto emergere come, all’interno dell’impianto andato a fuoco, fossero state illecitamente messe in riserva oltre 1000 tonnellate di rifiuti solidi urbani provenienti da impianti campani in totale difformità con l’autorizzazione posseduta.
I successivi accertamenti delegati dalla Procura di Brescia e sviluppati dai militari del Noe di Milano, anche con l’ausilio tecnico delle intercettazioni telefoniche e di videoriprese sugli impianti di trattamento, hanno evidenziato l’esistenza di una struttura organizzata e ormai ben rodata, costituita da più soggetti operanti nel settore dei rifiuti che, sfruttando le proprie potenzialità imprenditoriali, erano dediti allo smaltimento illecito di ingenti quantitativi di rifiuti speciali provenienti principalmente (ma non esclusivamente) dagli stabilimenti di tritovagliatura e imballaggio rifiuti urbani di Giugliano in Campania e Tufino, gestiti dalla società “S.A.P.NA spa” (Sistema Ambiente Provincia di Napoli).
Sono almeno 26 le persone coinvolte a vario titolo nell’operazione. Gli indagati ritiravano ingenti quantità di rifiuti speciali non pericolosi prodotti dal trattamento meccanico (frazione secca ed umida tritovagliata ed imballata) provenienti da Napoli, ma anche da Roma e La Spezia.
Attraverso fittizie operazioni di recupero e trattamento (consistenti nella mancata tritovagliatura della frazione secca e nella omessa stabilizzazione – per 21 giorni – della frazione umida) i rifiuti venivano successivamente portati a smaltimento, con la complicità di alcuni soggetti interni alle aziende stesse.
Dopo il “trattamento”, si passava al termovalorizzatore.
Erano utilizzati termoutilizzatori delle società “A2A AMBIENTE spa” di Brescia, “LOMELLINA ENERGIA srl” di Parona Lomellina (PV), “ARAL spa” di Castelceriolo (AL) ed “ECOSAVONA srl” di Vado Ligure (SV).
Il trasferimento dei rifiuti avveniva su autotreni intestati a tre società di trasporto conniventi (“RESSIA AUTOTRASPORTI & C.” di Alessandria, “AUTOTRASPORTI LUTEROTTI s.r.l.” di Brescia ed “EUROIMPRESA s.r.l.” di Novi Ligure), colpite dal provvedimento di sequestro preventivo.
Così gli indagati hanno potuto realizzare un ingiusto profitto quantificabile in circa 10 milioni di euro.
Si è proceduto al sequestro del capitale sociale delle società di trattamento rifiuti “B&B srl” di Torre Pallavicina (BG), “BPS srl di Abbadia Lariana” (LC) e “CRYSTAL AMBIENTE srl” di Brescia e di circa 80 automezzi utilizzati per il trasporto e movimentazione dei rifiuti, per un valore stimato superiore ai sei milioni.
Gli arrestati, al termine delle formalità di rito, sono stati portati nelle proprie abitazioni a disposizione dell’autorità giudiziaria con il divieto di comunicare con l’esterno.
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